La nuova minaccia degli Houthi : un missile ipersonico autoprodotto

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(Roma, 27 giugno 2024). I ribelli Houthi dello Yemen hanno lanciato un missile con capacità ipersoniche contro un mercantile « collegato » a Israele. Il filmato diffuso solleva dubbi sulla provenienza. Teheran potrebbe essere direttamente collegata all’arma chiamata Hatem-2

I ribelli Houthi dello Yemen affermano di aver lanciato un “missile ipersonico » autoprodotto diffondendo in rete un il filmato della nuova arma che è stata lanciata contro una nave mercantile battente bandiera liberiana. Una simile arma in mano agli insorti yemeniti può rappresentare una minaccia elevata per le navi in transito e per gli hub militari nella ragione. Si sollevano tuttavia alcuni dubbi sul know how degli Houthi che avrebbero prodotto e impiegato autonomamente un vettore con capacità ipersonica.

Il missile in questione è stato rinominato Hatem-2 o Hadim-2, e secondo gli Houthi è basato su una testata a combustibile solido. Secondo gli apparati d’intelligence, gli yemeniti non possederebbero una produzione autonoma di armi avanzate e considerata la somiglianza del vettore al risultato di alcuni progetti iraniani, si ipotizza una connessione con Teheran. Sostenitrice dei ribelli e potenza regionale onnipresente nelle trame che seguono la destabilizzazione del Medio Oriente dall’inizio del conflitto tra Israele e Hamas nella striscia di Gaza.

I ribelli yemeniti, causa della latente Crisi del Mar Rosso che ha richiesto l’intervento di un dispositivo di sicurezza schierato della Coalizione internazionale, non hanno mai smesso di prendere di mira le navi mercantili in transito nel Mar Rosso o nel Golfo di Aden, concentrandosi i loro sforzi su obiettivi in transito da o verso lo stretto strategico di Bab el Mandeb.

Le navi da guerra schierate dalla Coalizione internazionale hanno soppresso un elevato numero di minacce rappresentate da razzi e droni suicidi, anche lanciati in « sciame » per tentare di saturare i sistemi di difesa delle singole navi, ma non hanno mai dovuto tracciare e abbattere un missile di tecnologia avanzata lanciato contro un bersaglio civile. La velocità ipersonica di un presunto vettore indirizzato contro una nave disarmato, e non contro una nave militare con le sue contromisure difensive, potrebbe presentare delle criticità.

Lancio confermato, bersaglio mancato

Il lancio di questo ipotetico missile ipersonico autoprodotto, che possederebbe una « tecnologia avanzata », e si sarebbe rivelato « preciso nel colpire e raggiunge lunghe distanze », almeno secondo quanto dichiarato dal portavoce militare deli Houthi Yahya Sare’e, è stato lanciato lunedì contro la Msc Sarah V, un mercantile « collegato a Israele » secondo i ribelli yemeniti.

Non c’è però alcuna conferma che la nave sia stata effettivamente colpita o abbia subito dei danni. I dati di tracciamento della Royal Navy mostrano che la nave era diretta ad Abu Dhabi ed è successivamente entrata nel Golfo Persico mercoledì sera. Ciò indicherebbe che la Msc Sarah V era ancora perfettamente in grado di navigare dopo esser entrata nel mirino di quello che viene riportato come l’attacco con il maggiore raggio d’azione mai lanciato fino a ora dagli Houthi.

Allo stesso tempo, l’analisi dei filmati pubblicati dagli Houthi mostrano il lancio di Hatem-2 rivelano che è altamente improbabile che il missile in questione possieda le capacità avanzate attribuitegli. Un vettore ipersonico, per essere considerato tale, deve raggiungere una velocità superiore a Mach 5 (cinque volte la velocità del suono, ndr) e secondo quanto riportato non sarebbe il caso dell’Hatem-2.

L’ombra di Teheran

Come riportato dal sito Business Insider, nella prima settimana di giugno gli Houthi dichiararono di aver testato un missile avanzato rinominato evocativamente « Palestine ». Come nel caso dell’ipotetico missile ipersonico chiamato Hatem-2, il missile Palestine è stato presentato come vettore prodotto localmente; ma anche questo somigliava essenzialmente ai missili di produzione iraniana, del tipo Fattah-1.

Dall’inizio della crisi del Mar Rosso il gruppo ribelle yemenita ha attaccato decine di navi come risposta ai « bombardamenti e all’occupazione di Gaza » da parte dell’esercito israeliano che ha l’obiettivo di neutralizzare Hamas dopo l’attacco terroristico del 7 ottobre. Gli Houthi non hanno mai smesso di attaccare navi mercantili ricollegabili alle attività di Israele. Avvalendosi, secondo alcune fonti, delle informazioni acquisite da una nave spia iraniana che incrocia al largo delle coste che ospitano una base militare cinese in Gibuti.

Il dispositivo di sicurezza schierato dagli Stati Uniti, dagli alleati e dai partner regionali fino ad ora ha soppresso la quasi totalità di minacce lanciate dalle coste e dall’entroterra dello Yemen. Fossero essi droni aerei, marittimi, o razzi. La bolla di difesa innalzata dalla Coalizione per proteggere le navi mercantili potrebbe tuttavia non essere sufficiente a difendere una determinata nave, in rotta in un determinato settore, da una minaccia ipersonica che viaggia sul bersaglio a una velocità cinque o otto volte superiore alla velocità del suono.

Un’arma ipersonica nelle mani degli Houti può quindi rappresentare un pericolo. Specialmente ora che il gruppo da battaglia della Uss Dwight D. Eisenhower ha abbandonato la regione. Lasciando il Mar Rosso senza la protezione di una portaerei fino al prossimo schieramento della Uss Theodore Roosevelt.

Di Davide Bartoccini. (Il Giornale)