Alta tensione al confine con il Libano. Israele : «dal 7 ottobre Hezbollah ha lanciato 5mila razzi»

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(Roma, 17 giugno 2024). Secondo un portavoce del governo di Tel Aviv, la responsabilità del detrioramento della situazione al confine settentrionale di Israele è degli Hezbollah, poiché non vi sono dispute territoriali con il Libano

La tensione lungo il confine tra Israele e Libano resta ai massimi livelli e si fa sempre più forte il timore di una possibile escalation. Gli Hezbollah hanno aumentato i loro attacchi nelle ultime settimane e, dal 7 ottobre, hanno lanciato oltre 5mila razzi, missili anticarro e droni esplosivi verso lo Stato ebraico.

La cifra è stata rivelata dal portavoce del governo di Tel Aviv David Mencer, che ha sottolineato come non esista “alcuna disputa territoriale con il Libano” e che il confine settentrionale di Israele è “esattamente dove l’Onu ha stabilito che dovrebbe essere”. Il politico ha anche affermato che i terroristi filo-Teheran hanno “la piena responsabilità” per il deterioramento della sicurezza nel nord del Paese, da dove 60mila israeliani sono stati costretti ad evacuare. “Diplomaticamente o militarmente, in un modo o nell’altro, riporteremo gli israeliani nelle loro case nel nord di Israele”, ha concluso Mencer.

Le sue dichiarazioni sono arrivate lo stesso giorno dell’attacco di un drone ebraico nel sud del Libano, durante il quale secondo l’agenzia Nna sarebbe stato ucciso il comandante degli Hezbollah Mohammad Moustafa Ayoub, e dell’incontro a Gerusalemme tra il premier Benjamin Netanyahu e l’inviato speciale degli Stati Uniti Amos Hochstein. Un portavoce dell’ambasciata americana ha dichiarato al Times of Israel che l’uomo di fiducia del presidente Joe Biden si è recato in Israele per “prevenire ulteriormente l’escalation lungo il confine tra Israele e Libano”.

A Washington sono in molti a credere che all’orizzonte si stia profilando una guerra nel Paese dei cedri. Secondo la Cbs, alcuni funzionari statunitensi hanno dichiarato di interpretare i recenti raid israeliani più in profondità nel territorio libanese come la preparazione del terreno per un assalto su vasta scala. Altri hanno puntato il dito contro i terroristi del Partito di Dio e sostenuti dall’Iran, sottolineando che il volume crescente di attacchi missilistici contro lo Stato ebraico potrebbe comportare “conseguenze non intenzionali” che costringerebbero Tel Aviv a rispondere, scatenando un conflitto che Israele non potrà sostenere senza l’appoggio degli Usa.

L’aumento della tensione lungo la Linea blu, inoltre, ha reso più difficile il raggiungimento di un accordo di cessate il fuoco tra lo Stato ebraico e Hamas, la cui ultima versione è stata proposta proprio dall’amministrazione Biden, e ha aumentato i potenziali rischi per i soldati statunitensi schierati in Iraq, Siria e Giordania.

Di Filippo Jacopo Carpani. (Il Giornale)