Sulla Russia, Charles Michel si schiera con Macron: «Se vogliamo la pace prepariamoci alla guerra»

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(Roma, Parigi, 18 marzo 2024). In un editoriale pubblicato su diverse testate internazionali, il presidente del Consiglio europeo afferma che se non « reagiamo in modo appropriato » e non « diamo a Kiev aiuto sufficiente per fermare Mosca, saremo noi i prossimi »

In Europa, « se vogliamo la pace, dobbiamo prepararci alla guerra ». È il messaggio che il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha lanciato il giorno dopo le elezioni in Russia e in vista del Summit Ue di giovedì e venerdì. « La Russia rappresenta una grave minaccia militare per il nostro continente europeo e per la sicurezza globale. Se non reagiamo in modo appropriato a livello di Ue e se non diamo all’Ucraina un aiuto sufficiente per fermare la Russia, saremo noi i prossimi. Dobbiamo quindi essere ben preparati in termini di difesa e passare alla modalità ‘economia di guerra’. È ora di assumerci la responsabilità della nostra sicurezza », ha scritto in un editoriale pubblicato sull’edizione online di diversi quotidiani europei tra i quali La Stampa.

« Non possiamo più fare affidamento su altri o essere alla mercé dei cicli elettorali negli Stati Uniti o altrove », afferma il presidente, che poi sottolinea: « Dobbiamo rafforzare la nostra capacità, sia per l’Ucraina che per l’Europa, di difendere il mondo democratico. Un’Europa più forte contribuirà anche a rafforzare l’alleanza Nato e a migliorare la nostra difesa collettiva. Possiamo essere orgogliosi dei risultati già raggiunti, ma possiamo e dobbiamo fare molto di più ».

Per Michel « gli investimenti nella difesa sono certamente costosi, ma senza di essi non possiamo aumentare la nostra produzione in questo settore. Dobbiamo facilitare l’accesso dell’industria ai finanziamenti pubblici e privati. Anche l’emissione di obbligazioni europee per la difesa per raccogliere fondi per acquistare attrezzature o investire nel nostro settore potrebbe essere un modo efficace per rafforzare la nostra base tecnologica, industriale e di innovazione ».

Le affermazioni di Michel arrivano dopo che il presidente francese, Emmanuel Macron, ha più volte affermato che l’Ue non deve aver paura di parlare chiaramente dell’eventualità di un conflitto con la Russia, di non escluderlo a priori dalle eventualità possibili. Al momento gli altri leader occidentali non hanno seguito il francese su questa linea, ma il dibattito sembra essere quantomeno ormai aperto.

L’Italia però non la pensa allo stesso modo. Il nostro Paese e l’Ue non sono « in guerra con la Russia », e nella Nato « non c’è un Paese o un gruppo di Paesi che decide per gli altri » e sarebbe bene che l’Ue si esprimesse « unita » su queste materie, ha affermato il ministro degli Esteri Antonio Tajani, a Bruxelles a margine del Consiglio Affari Esteri, rispondendo in merito alle dichiarazioni del presidente francese Emmanuel Macron sull’eventuale invio di truppe in Ucraina.

« L’ho ribadito anche oggi durante l’incontro » in videoconferenza con il segretario di Stato Usa Antony Blinken, ha detto Tajani, assicurando che se da una parte « noi siamo grandi sostenitori dell’Ucraina, siamo pronti a fare ancora di più, sia per quanto riguarda gli aspetti finanziari, sia per quanto riguarda gli aspetti della ricostruzione », dall’altra « tra questo e dire che mandiamo truppe a combattere c’è una bella differenza ». Quello che arriva da Macron, e a quanto pare ora anche da Michel, « non credo che sia un buon messaggio: noi dobbiamo lavorare per la pace, cercando di fare in modo che l’Ucraina possa resistere, non essere sconfitta. Perché soltanto quando c’è equilibrio tra le parti ci si può sedere al tavolo della pace. Questo è il nostro obiettivo: sostenere l’Ucraina, ma non siamo in guerra con la Russia ».

(Europa Today)