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Rishi Sunak: «non agire contro Houthi indebolirebbe la sicurezza»

Non agire contro la minaccia rappresentata dai ribelli Houthi « indebolirebbe la sicurezza internazionale e lo stato di diritto » oltre a danneggiare la libertà di navigazione e l’economia globale. Lo ha detto il premier britannico Rishi Sunak riferendo alla Camera dei Comuni sui raid compiuti nei giorni scorsi contro le milizie sciite nello Yemen dalle forze aeronavali di Londra e Washington. Se gli attacchi sono stati « un’unica azione limitata », ha insistito Sunak, il Regno Unito non esiterà ad agire ancora per difendere gli interessi britannici e garantire la sicurezza delle rotte nel Mar Rosso.
Il primo ministro ha sottolineato che Londra è pronta a « far seguire le parole ai fatti » e allo stesso tempo ha negato con forza che l’intervento di Gran Bretagna e Usa sia l’inizio di una escalation nella regione mediorientale. Non solo, ha respinto qualunque collegamento diretto fra questi attacchi « mirati » e il conflitto israelo-palestinese in corso. Il premier rispondendo alle domande dei deputati ha riconosciuto la necessità di aiuti per alleviare la drammatica situazione umanitaria dello Yemen, sottolineando che le forniture alimentari arrivano attraverso le stesse rotte marittime prese di mira dagli Houthi. Da parte del leader dell’opposizione laburista, Keir Starmer, oltre a un sostegno sostanziale al governo Tory su questo dossier, è arrivata un’ulteriore condanna dei ribelli per « mettere in pericolo il personale civile e militare » a bordo delle navi. Inoltre Starmer ha giustificato come « proporzionati » i raid condotti da Usa e Regno Unito.

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