(Roma, 11.10.2023). L’accusa è pesantissima: aver tentato di fornire informazioni sulla difesa nazionale degli Stati Uniti alla Cina. Joseph Daniel Schmidt, 29 anni, ex sergente dell’esercito Usa, è stato arrestato dalle autorità statunitensi per l’ennesimo, presunto, caso di spionaggio segnalato lungo l’asse Washington-Pechino. La stagione della guerra delle spie è ormai entrata nel vivo, visto il susseguirsi di episodi del genere, da una parte e dall’altra.
Dal 2015 al 2020, Schmidt ha lavorato presso la base militare Lewis-McChord, nello Stato di Washington, dove svolgeva compiti per l’intelligence del Pentagono. Il dipartimento di Giustizia Usa ha fatto sapere che Schmidt, dopo aver lasciato il suo incarico, avrebbe offerto informazioni sulla difesa nazionale al consolato cinese in Turchia e ai servizi di sicurezza cinesi.
Nel marzo 2020, il sospettato, che aveva accesso a informazioni segrete e top secret mentre prestava servizio nel 109esimo battaglione dell’intelligence militare, si era recato a Hong Kong, dove, secondo gli Usa, “ha continuato i suoi sforzi per fornire all’intelligence cinese informazioni riservate informazione”.
Fuga di segreti
Una volta rientrato in patria, pochi giorni fa Schmidt è stato arrestato all’arrivo a San Francisco. Un gran giurì federale di Seattle lo aveva incriminato per spionaggio. “Presumibilmente ha conservato un dispositivo che consente l’accesso a reti informatiche militari sicure e ha offerto il dispositivo alle autorità cinesi per assisterle negli sforzi per ottenere l’accesso a tali reti”, ha detto il dipartimento Usa.
Nei documenti citati dall’Fbi spiccano email scritte da Schmidt alla sorella in cui diceva di essere in disaccordo con la politica americana. “Io non ne parlo spesso – aveva scritto – ma ho appreso cose terribili sul governo americano mentre lavoravo nell’esercito, e non mi sento più al sicuro a vivere in America. Non ho più voglia di sostenere il governo americano”.
Lo 007 aveva lasciato l’esercito Usa nel gennaio 2020 per trasferirsi a Istanbul, da dove aveva inviato un’email al consolato cinese nel tentativo di organizzare un incontro. “Sono un cittadino americano – aveva scritto – e sto cercando di trasferirmi in Cina. Sto provando a condividere informazioni che ho appreso durante la mia carriera. Ho accesso a documenti riservati e mi piacerebbe parlare con qualcuno del governo per fornire queste informazioni. Sono pronto a dare i dettagli ma solo di persona. Farlo per email mi preoccupa un pò”.
Informazioni riservate
Due giorni dopo quella email, secondo l’Fbi, Schmidt avrebbe preparato un documento intitolandolo, appunto, “Importanti informazioni da condividere con il governo cinese”. Tra queste ci sarebbero state notizie legate alla difesa nazionale.
I dati sono stati recuperati dall’Fbi attraverso l’account Apple iCloud. Tra i servizi offerti ai cinesi anche una chiave per accedere potenzialmente a informazioni criptate e a un database. Se giudicato colpevole, Schmidt rischia fino a 10 anni di prigione e un massimo di 250 mila dollari di multa.
Il suo arresto non è tuttavia un fulmine a ciel sereno. È arrivato, per la precisione, due mesi dopo che due membri della marina americana erano stati arrestati con la medesima accusa a favore della Cina. Jinchao Wei, che aveva prestato servizio sulla nave d’assalto anfibio Uss Essex a San Diego, è stato accusato di aver consegnato alle autorità cinesi dozzine di documenti, foto e video che descrivono in dettaglio il funzionamento delle navi e dei loro sistemi. Il sottufficiale Wenheng Zhao, che ha prestato servizio in una base navale vicino a Los Angeles, avrebbe invece spiato per la Cina per quasi due anni.
Nel frattempo, dall’altra parte del mondo, l’Ufficio del procuratore supremo di Taiwan ha annunciato l’avvio di una indagine urgente in merito a presunte fughe di informazioni riservate relative al programma nazionale di sviluppo di sottomarini d’attacco, che se accertate costituirebbero una grave violazione della sicurezza dell’isola.
Di Federico Giuliani. (Inside Over)