Egitto: Al Sisi annuncia, «se il prezzo del progresso è la fame mangeremo meno»

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(Roma, 02.10.2023). Il presidente ha invitato gli egiziani a essere saldi di fronte all’elevato rincaro dei prezzi

Il popolo egiziano deve pagare oggi il prezzo della “fame e privazioni” per poter ambire “al progresso e alla costruzione” di un futuro migliore. Lo ha detto il presidente egiziano, Abdel Fattah al Sisi, durante la conferenza “Storia di una patria” in corso nella nuova Capitale amministrativa. Al Sisi, che deve ancora annunciare ufficialmente la sua candidatura alle elezioni presidenziali anticipate a dicembre, ha invitato gli egiziani a essere saldi di fronte all’elevato rincaro dei prezzi. “Se il prezzo della costruzione e del progresso è la fame, allora mangeremo meno”, ha detto al Sisi, invitando il popolo egiziano a rimanere saldo di fronte all’ondata inflattiva internazionale.

Dal 2014 ad oggi, secondo l’attuale primo ministro Mostafa Madbouly, i governi di Al Sisi hanno investito dal 2014 a oggi 9.400 miliardi di sterline egiziane (286 miliardi di euro) per migliorare la qualità della vita. Madbouly ha annunciato che sono state costruite 1,5 milioni di unità abitative, realizzati 17.000 chilometri di strade e aggiunti 37 ospedali universitari con una capacità di 43.000 posti letto. Secondo il primo ministro, gli investimenti turistici raddoppieranno da 15 a 30 miliardi di dollari nell’arco d cinque anni. Per Hala al Saeed, ministra della Pianificazione, l’Egitto sta cercando di aumentare il contributo del settore privato all’economia dall’attuale 36 per cento al 65 per cento nel 2030, mentre il governo mira a raggiungere una crescita economica sostenibile del 7-8 per cento annuo.

Secondo Al Saeed, il Fondo sovrano dell’Egitto, che finora ha istituito altri sei sottofondi, ha realizzato 16 progetti in sette settori che hanno attirato 48 miliardi di euro e sterline e 5,7 miliardi di dollari in valuta estera. La ministra ha rivelato che il governo egiziano ha proposto 21 progetti di desalinizzazione dell’acqua, spiegando che 17 consorzi internazionali si sono già qualificati per le gare. Mohamed Maait, ministro delle Finanze egiziano, prevede che il deficit di bilancio raggiungerà il 4,7 per cento del Prodotto interno lordo (Pil) nell’anno fiscale 2027-2028 (che in Egitto inizia a luglio, ndr), sottolineando nel suo discorso che le perdite dovute alla pandemia di coronavirus ammontano a 400 miliardi di sterline (circa 12 miliardi di euro). Il ministro egiziano ha affermato che il tasso di cambio ha influito sul debito per 1.800 miliardi di sterline egiziane (55 miliardi di euro), prevedendo che il rapporto debito/Pil raggiungerà il 75 per cento nel 2027-2028.

Maait ritiene che l’aumento dei tassi di interesse danneggi tutti i paesi emergenti e in via di sviluppo, sottolineando che 23 miliardi di dollari in fondi esteri hanno lasciato l’Egitto nel giro di poche settimane. I tassi di interesse in Egitto sono attualmente al 19,25 per cento per i depositi e al 20,25 per cento per i prestiti, mentre il tasso di interesse reale in Egitto, cioè il tasso di interesse nominale meno il tasso di inflazione, è negativo del 18,15 per cento secondo gli ultimi dati. Il ministro delle Finanze prevede che l’avanzo primario nell’anno fiscale in corso raggiungerà il 2,5 per cento e che continuerà fino al 2027-2028.

Infine, il ministro egiziano del Petrolio, Tarek El Molla, ha affermato che la strategia di raffinazione e produzione dell’Egitto fino al 2040 è stata aggiornata in collaborazione con un consulente internazionale specializzato. L’Egitto produce 2 milioni e 730 mila barili di petrolio e gas equivalenti al giorno, con 49 grandi progetti di produzione per un costo di 34 miliardi di dollari, ha detto El Molla. Sono stato inoltre attuati progetti di raffinazione e produzione per un costo di 7 miliardi di dollari, mentre l’Egitto punta a perforare 110 pozzi esplorativi con investimenti di 4,8 miliardi di dollari entro il 2030.

(Nova News)