Il discorso di Giorgia Meloni all’ONU anticipa il G7 italiano

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(Roma, Parigi, 21.09.2023). La presidente del Consiglio al Palazzo di Vetro ha esposto alcuni dei temi che l’Italia porrà al centro della sua presidenza del G7 nel 2024. Ecco quali

La difesa delle nazioni, delle identità, delle patrie, l’uso della ragione e non della forza, come chiavi per affrontare “insieme” le sfide di un’epoca “complessa”, tornando allo spirito delle Nazioni Unite delle origini. Non solo per la guerra di aggressione all’Ucraina, di fronte alla quale l’Italia “ha scelto da che parte stare”. Ma soprattutto per governare le migrazioni, un tema che coinvolge tutti e su cui le Nazioni Unite non può “voltarsi dall’altra parte”. È l’appello che lancia Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, nel suo primo discorso al Palazzo di Vetro, che chiude la missione americana e che anticipa i temi della presidenza italiana del G7 l’anno prossimo.

FOCUS SULL’AFRICA

Agire insieme contro “la nuova schiavitù”, quella dei migranti illegali. Durante l’incontro con António Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite, ha chiesto un maggior coinvolgimento delle Nazioni Unite sui migranti. La presidente è stata impegnata in una serie dibilaterali quasi tutti concentrati sull’Africa, anche in vista del piano Mattei che il governo presenterà a ottobre. Si tratta, ha spiegato, di una “alternativa seria al fenomeno della migrazione di massa, fatta di lavoro, formazione, opportunità nelle nazioni di provenienza, e percorsi di migrazione legale e concordata, e dunque anche integrabile”. Il punto centrale è “che dobbiamo avere il coraggio di rimettere l’uomo, con i suoi diritti, al centro del nostro agire: un principio apparentemente scontato, che tuttavia scontato non è più”, ha detto ancora, ricordando che “nazioni vengono invase, la ricchezza si concentra sempre di più, la povertà dilaga, si riaffaccia la schiavitù”. Tutto, ha aggiunto, sembra “voler mettere a repentaglio la sacralità dell’essere umano”

LA RIFORMA ONU

L’Italia, ha dichiarato Meloni all’Assemblea generale, “sostiene la necessità di una riforma del Consiglio di Sicurezza che lo renda più rappresentativo, trasparente ed efficace. Che garantisca una distribuzione geografica dei seggi più equa e rafforzi anche la rappresentanza regionale”. ieri Edmondo Cirielli, viceministro degli Esteri, ha presieduto oggi una riunione dei ministri degli Esteri dei Paesi del gruppo “Uniting for Consensus” che riunisce, oltre all’Italia, Argentina, Canada, Colombia, Costa Rica, Malta, Messico, Pakistan, Repubblica di Corea, San Marino, Spagna e Turchia. L’obiettivo è una riforma urgente e complessiva del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, per renderlo più democratico, rappresentativo, efficace e responsabile nei confronti dell’intera membership, in linea con gli obiettivi ormai condivisi e dichiarati da tutti gli Stati Membri delle Nazioni Unite.

L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE

Le applicazioni dell’intelligenza artificiale “rappresentano sicuramente una grande opportunità in molti campi, ma non possiamo fingere di non comprendere anche gli enormi rischi che porta con sé”, ha dichiarato Meloni. “Non sono certa”, è l’allarme lanciato dalla presidente del Consiglio, “che ci stiamo rendendo conto abbastanza delle implicazioni connesse a uno sviluppo tecnologico che corre molto più velocemente della nostra capacità di governarne gli effetti. Eravamo abituati a un progresso che aveva come obiettivo ottimizzare le capacità umane, e oggi ci confrontiamo con un progresso che rischia di sostituire le capacità umane. E se in passato questa sostituzione si concentrava sul lavoro fisico, così che gli uomini potessero concentrarsi sui lavori di concetto e di organizzazione, oggi è l’intelletto che rischia di essere soppiantato, con conseguenze che potrebbero essere devastanti, particolarmente nel mercato del lavoro. Sempre più persone non saranno necessarie, in un mondo sempre più dominato dall’ineguaglianza, dalla concentrazione di potere e di ricchezza nelle mani di pochi. Non è il mondo che vogliamo”, ha proseguito Meloni. “E dunque penso che non possiamo commettere l’errore di considerare questo dominio una sorta di “zona franca” senza regole. Servono meccanismi di governance globale che siano capaci di assicurare che queste tecnologie rispettino barriere etiche, che l’evoluzione della tecnologia rimanga al servizio dell’uomo e non viceversa. Serve dare applicazione pratica al concetto di algoretica, ovvero dare un’etica agli algoritmi. Sono, questi, alcuni dei temi che l’Italia porrà al centro della sua presidenza del G7 nel 2024. Ma sono soprattutto questioni che investono la responsabilità delle Nazioni Unite”.

Di Silvia Bosco. (Formiche)