Attentati Bruxelles nel 2016, condanne a 20 e 30 anni per Salah Abdeslam e Mohamed Abrini

0
238

(Roma, Parigi, 15.09.2023). I due uomini sono stati giudicati colpevoli per gli attacchi terroristici del 22 marzo di sette anni fa nei quali persero la vita 35 persone e almeno altre 300 rimasero ferite. Per entrambi l’accusa aveva chiesto la condanna all’ergastolo. Insieme a loro condannate altre sei persone: tre all’ergastolo (di cui uno in contumacia perché deceduto), due a 20 anni e uno a 10 anni

La Corte d’assise speciale di Bruxelles ha condannato rispettivamente a 20 e 30 anni di reclusione Salah Abdeslam e Mohamed Abrini, giudicati colpevoli per gli attacchi terroristici del 22 marzo 2016 nella capitale belga nei quali persero la vita trentacinque persone e almeno altre trecento rimasero ferite. Abdeslam è l’unico superstite del commando jihadista responsabile delle stragi di Parigi del 13 novembre 2015 e anche Abrini era già stato incriminato per aver partecipato agli stessi attacchi. Per entrambi l’accusa aveva chiesto la condanna all’ergastolo.

Le altre condanne

Dopo due giorni e mezzo di deliberazione, i dodici giurati e i tre magistrati che compongono la Corte d’Assise speciale hanno stabilito le pene per ciascuno degli otto imputati giudicati colpevoli – sei di omicidio in contesto terroristico e due di partecipazione a organizzazione terroristica – lo scorso luglio. Oltre ad Abdeslam e Abrini, sono stati decisi: ergastolo per Oussama Atar in contumacia (perché morto), Osama Krayem e Bilal El Makhoukhi; 20 anni per Sofien Ayari e Ali El Haddad Asufi; 10 anni per Hervé Bayingana-Muhirwa.

La richiesta della Procura federale belga

Lo scorso 5 settembre la Procura federale belga aveva chiesto l’ergastolo per Salah Abdeslam e Mohamed. Il procuratore federale Paule Somers aveva chiesto inoltre che ad Abdeslam venisse tolto il diritto di voto alle elezioni locali ed europee in Belgio. « Non potete concedere alcuna circostanza attenuante », aveva dichiarato il procuratore federale alla giuria e alla Corte, descrivendo un uomo che si è radicalizzato a tal punto da riprendere il suo impegno per il terrorismo dopo gli attentati di Parigi e decidere di « continuare la sua guerra » e uccidere vittime innocenti e sconosciute.

(Sky Tg24)