Il giallo sulla morte: cosa ha fatto Prigozhin prima di imbarcarsi sul suo aereo

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(Roma, Parigi, 23.08.2023). Ieri si trovava in Africa, oggi un suo aereo si è schiantato in Russia, provocando la scomparsa di 10 persone. Mistero sulle sorti del capo della Wagner: i canali vicini ai mercenari negano la scomparsa, poi annunciano la morte. Silenzio dal Cremlino

Un video di appena 24 secondi girato, presumibilmente, in Repubblica Centrafricana, dove stava reclutando nuovi combattenti per la sua Private military company. Mimetica e cappello da pescatore, mentre si lamentava delle alte temperature fino a 50 gradi: è questa l’ultima immagine e apparizione in pubblico del capo e fondatore del gruppo Wagner Evgenij Prigozhin. In un filmato circolato sui principali canali vicini alla compagnia di mercenari russi, Prigozhin affermava di essere al lavoro per « rendere il nostro Paese sempre più grande in tutti i continenti e l’Africa sempre più libera ». 24 ore dopo, in Russia, l’oscuro imprenditore di San Pietroburgo torna protagonista e finisce sui giornali di tutto il mondo quando le agenzie battono la notizia che un aereo Embraer 600 partito da Mosca e appartenente alla sua flotta privata si è schiantato nella regione di Tver. Delle 10 persone a bordo, 7 erano passeggeri e 3 membri dell’equipaggio. I soccorsi hanno recuperato 8 corpi, ma sulla notizia più importante di tutte, ovvero la morte di Prigozhin, le conferme tardano ad arrivare.

Cos’ha fatto Prigozhin dopo il « golpe » di giugno

L’istrionico comandante dei miliziani era nella lista dei passeggeri, secondo i media russi. Il volo aveva come destinazione la sua città natale, San Pietroburgo, località visitata diverse volte negli ultimi mesi, sebbene il presidente Vladimir Putin lo avesse indirettamente incluso nella lista dei traditori che il 24 giugno 2023 hanno organizzato un ammutinamento. La « marcia per la giustizia », così ribattezzata da Prigozhin quel giorno, era partita da Rostov sul Don e aveva come obiettivo la decapitazione della leadership militare del Paese, che si trova a Mosca insieme agli altri vertici dello Stato russo.

Prigozhin e i suoi uomini si erano rifiutati di adeguarsi alle nuove direttive del ministero della Difesa, che dal 1 luglio di quest’anno obbliga tutte le compagnie militari private a firmare un contratto col governo per continuare a operare liberamente. La Wagner viene esiliata in Bielorussia, che diventa il nuovo centro operativo della milizia vincitrice della sanguinosa battaglia di Bakhmut in Ucraina, e da lì l’ex chef di Putin organizza le sue prossime mosse, tra cui un rinnovato impegno nel continente africano. I movimenti dei suoi jet vengono monitorati costantemente su internet, facendo però attenzione a non finire vittima di un attacco contro la sua persona, diventata sgradita agli occhi del Cremlino dopo il tentato « golpe » di giugno. I suoi soldati partecipano alle esercitazioni congiunte con l’esercito di Minsk, ma l’ufficio stampa della società di catering Concord da lui gestita, unica fonte diretta durante le ore tese della rivolta armata, rimane in silenzio dal 26 giugno.

Lo schianto dell’aereo privato

I fatti del 23 agosto rischiano di scatenare un effetto domino in Russia: Grey Zone e altri canali legati alla Wagner parlano da subito di abbattimento dell’aereo compiuto dalla contraerea di Mosca e negano che sia morto, salvo poi fare marcia indietro con un necrologio: « Sarà il migliore anche all’inferno », scrivono. Nello schianto hanno inoltre perso la vita il braccio destro di Prigozhin, Dmitry Utkin, suo vice e all’interno dell’organizzazione da quando venne fondata nel 2014, e Valery Chekalov, responsabile sicurezza della Wagner. La loro morte è stata comunicata dall’agenzia federale per il trasporto aereo, che ha diffuso i nomi dei passeggeri sull’Embraer 600. Le voci che circolano sono infinite: da un improbabile attacco terroristico per mano ucraina a una bomba nascosta in una bottiglia di vino, fino all’ipotesi clamorosa che Prigozhin avrebbe pianificato la sua scomparsa per uscire ufficialmente di scena. Un secondo velivolo di proprietà di Prigozhin è atterrato infatti all’aeroporto di Mosca Vnukovo intorno alle 21.

Un mistero tutto da chiarire, nonostante Vladimir Rogov, funzionario filorusso della regione ucraina di Zaporizhzhia, sostenga di aver sentito dire da « alcuni illustri musicisti » (affiliati alla Wagner, ndr) che i loro capi sarebbero morti entrambi. A fugare ogni dubbio ci pensa sempre Grey Zone, che ricorda Evgenij Prigozhin promettendo vendetta contro « gli assassini traditori », mentre la Tv Tsargrad riporta che il corpo del capo della Wagner è stato identificato insieme agli altri. Su Telegram i simpatizzanti dei mercenari insorgono e chiedono una « seconda marcia », preannunciando disordini nel Paese. Il sito di informazione bielorusso Gayun riferisce però che i combattenti ricollocati nel villaggio di Tsel e nel distretto di Osipovichi in Bielorussia stanno lasciando il territorio bieloruss.

Nel frattempo arrivano le prime reazioni internazionali. Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden afferma di non sapere cosa sia successo con esattezza. « Abbiamo visto le notizie. Se confermate, nessuno dovrebbe essere sorpreso. La disastrosa guerra in Ucraina ha portato un esercito privato a marciare su Mosca, e ora, sembrerebbe, a questo », ha commentato la portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca, Adrienne Watson. Dal Cremlino tutto tace: Putin dopo la partecipazione in video collegamento al vertice Brics ha ricordato, sorridente, la battaglia di Kursk consegnando onorificenze militari.

Di Gianluca Lo Nostro. (Il Giornale)