(Roma, 12.03.2023). Un B-52 americano arriva a 125 km da San Pietroburgo. Si parla di messaggio Usa alla Russia, ma fonti critiche del Cremlino smentiscono: Mosca sapeva del sorvolo compiuto in combinato coi caccia polacchi
Un B-52 statunitense ha svolto manovre programmate nell’area del Mar Baltico nella giornata di sabato 11 marzo e si è spinto fino a 125 chilometri da San Pietroburgo, seconda città della Russia. Il percorso del bombardiere americano, capace di portare ingenti quantità di armamenti tradizionali e anche di operare come vettore di testate nucleari, è stato ricostruito via FlightRadar24 dal canale RusNews.
L’aereo, presumibilmente un B-52 dell’Air Force Global Strike Command partito dalla base della Royal Air Force di Fairford, nel sud-ovest dell’Inghilterra, è passato sul territorio della Polonia prima di sorvolare il Baltico. È passato a Est dell’isola svedese di Gotland e si è inserito nella strozzatura baltica tra Finlandia e Estonia, sorvolando un tratto di mare non lontano da San Pietroburgo. Prima di entrare nei cieli dell’isola di Gogland, che appartiene alla Russia, ha sterzato a Sud e ha poi volato su Estonia, Lettonia e Lituania per tornare infine a Ovest.
Due versioni sul viaggio del B-52
Il fatto si può leggere in diversi modi. Yle, una delle principali testate finlandesi, ha riportato il commento di Mika Aaltola, direttore dell’Istituto finlandese per gli affari internazionali, che parla di « chiaro messaggio » degli Usa a Mosca, aggiungendo: « la Russia ha aumentato le sue attività provocatorie dall’Alaska all’Artico. Questa è una contro-segnalazione » in risposta alle ingerenze della Federazione Russa. Ma è davvero così ?
Meduza, portale russo critico della linea del Cremlino, riporta una versione diversa sottolineando che la missione di volo era pianificata da tempo e che addirittura la Flotta del Baltico della Federazione Russa fosse stata avvisata per evitare incidenti. A suffragare questa ipotesi appare quanto scritto su Twitter dal ministro della Difesa polacco Mariusz Błaszczak, secondo cui il B-52 si sarebbe mosso con la copertura di scorta dell’aviazione militare del suo Paese e, dunque, la manovra sarebbe una classica operazione Nato di convergenza tra diverse aeronautiche per testare l’interoperabilità tra caccia di un Paese e bombardieri di un’altra.
Un segnale per gli alleati NATO
L’aumento dell’operatività dei B-52 Stratofortress nelle aree dell’Europa orientale e meridionale, con un’intensità che non si vedeva dalla Guerra Fredda, è indubbio. Ma leggere in un messaggio diretto a rispondere a provocazioni di Mosca in Ucraina o ai confini con la Nato ogni esercitazione rischia di fuorviare l’interpretazione. Certo, la mossa del B-52 giunto sul Baltico mostra che questi aerei dal glorioso passato, che l’Us Air Force vuole mantenere in servizio fino al 2040, possono giungere a minacciare direttamente la Russia in caso di conflitto. Ma la manovra appare più un segno di presenza degli Usa agli inquieti alleati della regione che una mossa volta a mettere la Russia sotto pressione.
A testimonianza di tutto questo l’assenza di commenti sulla mossa da parte delle forze armate di Mosca, che qualora avessero visto un colossale bombardiere Usa volare circondato da caccia polacchi in zone sospette senza alcun preavviso avrebbero quantomeno manifestato il loro disappunto. Il silenzio lascia prefigurare che la Russia abbia compreso che nel nuovo confronto muscolare con gli Usa anche gli sfoggi di potenza sul modello della Guerra Fredda fanno parte del gioco. E accetta le conseguenze di un contesto reso sempre più incendiario dall’invasione dell’Ucraina di un anno fa, che ha riportato tra le altre cose le « fortezze volanti » dell’Usaf nei cieli d’Europa. A mostrare agli alleati, prima ancora che alla Russia, quanto la sicurezza dell’Occidente sia, prima di tutto, affare americano.
Di Andrea Muratore. (Il Giornale)