Mosca ha parlato anche di un massiccio attacco sferrato contro le strutture energetiche critiche che assicurano il funzionamento delle imprese dell’industria della difesa e del sistema di trasporto dell’Ucraina
La Russia sarebbe riuscita a bloccare il rifornimento su ferrovia di armi e munizioni straniere dirette verso l’Ucraina. È questo, secondo quanto riportato dallo Stato maggiore della Federazione Russa, il risultato più importante del massiccio attacco sferrato nelle ultime 24 ore dall’esercito russo contro Kiev. Decine di missili hanno anche colpito vari siti energetici e altre strutture critiche ucraine. Il governo di Volodymyr Zelensky ha confermato l’attacco sferrato da Mosca senza tuttavia scendere nei dettagli.
Gli effetti dell’attacco russo
« Ieri le Forze Armate russe hanno sferrato un massiccio attacco a strutture critiche del sistema energetico che garantiscono le operazioni dell’industria della difesa e dei trasporti ucraini », ha dichiarato il portavoce del ministero della Difesa russo Igor Konashenkov. « Gli obiettivi sono stati raggiunti. È stato bloccato il dispiegamento di armi, hardware e truppe su ferrovia », ha aggiunto.
L’agenzia russa Tass ha inoltre scritto che le forze del Cremlino avrebbero ucciso oltre 140 militari ucraini e distrutto due obici M777 di fabbricazione statunitense, oltre ad un obice Krab polacco vicino a Donetsk.
« Come risultato di un’offensiva di successo da parte del Gruppo di forze meridionale nella direzione di Donetsk, sono stati uccisi più di 140 militari ucraini. Distrutti due obici M777 di fabbricazione statunitense, un obice semovente Krab di fabbricazione polacca, Giatsint-B e D -30 obici e un sistema radar AN/TPQ-50 di fabbricazione statunitense sono stati distrutti », ha precisato lo stesso Konashenkov.
La versione di Kiev
Secondo Kiev, due missili lanciati dalla Russia durante il suddetto attacco avrebbero attraversato lo spazio aereo della Romania e, quindi, della Nato, circostanza poi smentita da Bucarest e finita in un giallo ancora parzialmente avvolto nella nebbia.
« L’Ucraina ha perso al momento il 44% della sua capacità di produrre energia nucleare, il 75% di quella delle centrali termiche e il 33% di quella dei propri impianti di cogenerazione », ha riferito il primo ministro ucraino Denys Chmygal. « La grande maggioranza degli ucraini continua ad aver accesso al riscaldamento, all’acqua e all’elettricità », ha quindi chiarito.
L’Aiea, l’agenzia internazionale dell’energia atomica, ha precisato in una nota che un reattore della centrale nucleare di Khmelnytskyi, nell’ovest del Paese, è stata fermata a causa dell’instabilità della rete elettrica. Eppure gli attacchi di Mosca, stando alla versione di Mosca, avrebbero anche bloccato il rifornimento ferroviario che consente, tra l’altro, il trasporto di armi occidentali verso l’Ucraina.
La conta dei danni
L’agenzia ucraina Unian ha parlato di 106 missili lanciati da Mosca e 59 attacchi aerei, 28 dei quali con droni Shahed-136. Sarebbero state colpite anche infrastrutture civili.
Nel dettaglio, l’attacco russo sarebbe stato sferrato con 32 missili guidati antiaerei S-300 e 74 missili da crociera aerei e marittimi, 61 dei quali distrutti dalla difesa ucraina, che ha abbattuto anche 22 droni. Quello di ieri è stato il quattordicesimo massiccio attacco missilistico subito dall’Ucraina dall’inizio della guerra.
Secondo il ministero dell’Energia, citato sempre da Unian, sono stati colpiti impianti di riscaldamento e di generazione idroelettrica e quattro centrali termiche hanno subito danni.
Di Federico Giuliani. (Il Giornale)