(Roma, Parigi, 22.01.2023). Lo scorso settembre, le esplosioni nel Mar Baltico che hanno messo fuori uso il gasdotto Nord Stream hanno scoperchiato in Europa l’abisso del rischio sabotaggi. Sebbene le responsabilità di quell’atto non siano mai state chiarite, dallo scoppio della guerra in Ucraina in poi è indubbio che l’intera Europa sia stata presa di mira da differenti tipi di sabotaggi russi.
Il giorno dopo l’attentato al ponte di Kerch, ad esempio, i treni nel nord della Germania si sono fermati dopo che i cavi che consentivano ai macchinisti di comunicare erano stati sabotati. Due giorni dopo, l’isola danese di Bornholm è stata immersa nell’oscurità perché il cavo sottomarino che la riforniva di elettricità dalla Svezia era stato interrotto. Il 19 ottobre, i cavi internet sono stati interrotti nel sud della Francia in tre località contemporaneamente. La società di sicurezza cloud Zscaler ha affermato che i tagli dei cavi, che hanno interrotto le autostrade digitali che collegano Marsiglia con Lione, Barcellona e Milano, hanno “influito sui principali cavi che connettono Asia, Europa, Stati Uniti e potenzialmente altre parti del mondo”. La Francia aveva subito un attacco simile ad aprile. Nello stesso mese, le autorità di sicurezza interna norvegesi hanno affermato che stavano indagando su casi sospetti di droni volati vicino ad aeroporti e infrastrutture energetiche e a dicembre la Lituania ha segnalato un aumento dei voli non autorizzati di droni su siti militari.
Dal panorama disegnato da queste violazioni sembrerebbe che l’Europa sia sotto attacco ripetuto di un unico attore, che adopera con modalità simili, che si propone di sparigliare le carte, mettere in subbuglio il funzionamento delle macchine statali, tranciando cavi e minando infrastrutture strategiche, soprattutto digitali. Da qui, il dubbio che possa trattarsi di un attore se non statale, quantomeno para-statale.
I sospetti sull’Unità 29155
Il sospettato numero uno in queste operazioni è la Unit 29155, ramo dello stato maggiore delle forze armate russe composto da agenti di intelligence sotto copertura che operano all’estero. Da quando l’affaire Skripal ha portato il Gru all’attenzione dei media mondiali, le agenzie di intelligence occidentali, assieme a piattaforme come Bellingcat, hanno collegato diversi eventi all’unità in questione.
Questa sezione è sospettata di aver organizzato una campagna di destabilizzazione politica in Moldavia nel 2016, di aver partecipato a un tentativo di colpo di stato filo-serbo in Montenegro nello stesso anno e di aver tentato di avvelenare due trafficanti d’armi in Bulgaria nel 2015. Le agenzie di intelligence spagnole hanno persino individuato agenti dell’unità 29155 durante le manifestazioni per l’indipendenza catalana del 2017. Secondo un’indagine di Le Monde del 2019, hanno persino stabilito una “base” nella regione rurale alpina della Savoia francese.
Militari britannici durante la decontaminazione del Maltings Shopping Centre, a Salisbury, la cittadina inglese dove il 4 marzo l’ex agente segreto russo Sergei Skripal e sua figlia Julia sopravvissero a un tentativo di avvelenamento con gas nervino. Foto: Pete Brown/British Ministry of Defense.
Tutto ciò dà l’impressione di una cellula di forze speciali altamente mobili, in grado di colpire in qualsiasi luogo o momento al comando di Mosca. Il New York Times li ha descritti nel 2019 come una “forza d’élite”, ma nel 2020 il quotidiano statunitense tirò fuori una storia incredibile: l’Unità 29155 del Gru avrebbe addirittura offerto taglie ai militanti islamisti in Afghanistan per uccidere membri delle truppe statunitensi.
La guerra del 2008 con la Georgia, in cui anche il Gru ha avuto un ruolo di primo piano, è stata considerata una vittoria dal Cremlino, ma ha messo in luce grossi problemi nelle forze russe. L’unità 29155 e unità simili furono probabilmente istituite durante queste riforme. Il 20 marzo 2012 il governo russo pubblicò un decreto firmato dal ministro della Difesa Anatoly Serdyukov che stabiliva un sistema di pagamenti ai militari “per risultati speciali nel servizio”. La sezione 4 dell’ordinanza, evidenziata per la prima volta dal servizio russo di RFE/RL, affermava che “i militari delle unità militari 99450, 74455 e l’unità strutturale dell’unità militare 29155 ricevono un supplemento mensile”. All’epoca, fu prestata poca attenzione al documento: si sapeva poco delle unità che cadevano sotto l’ombrello della temuta Gru. Negli anni che seguirono, tuttavia, queste esplosero agli occhi del pubblico apparendo in accuse, annunci di sanzioni e dichiarazioni politiche da Washington DC al Mar Nero.
Chi sono gli uomini dell’Unità 29155
Si tratta, ovviamente di combattenti delle forze speciali molto ben addestrati che hanno tutti seguito il famoso addestramento Spetsnaz. Secondo tutti i resoconti disponibili, l’Unità 29155 esiste almeno dal 2009. Consiste in un piccolo numero di personale, forse circa 200, più ulteriori 20-40 ufficiali operativi, con il compito di sviluppare e mantenere piani di sabotaggio su larga scala, dietro le linee nemiche, che sarebbero diventati operativi durante una guerra convenzionale tra l’URSS e l’Occidente. Non un vero “esercito” di sabotatori, dunque. Tantomeno si tratterebbe di agenti super raffinati, con chissà quali grandi capacità: sono sostanzialmente un gruppo di “operai” pronti a fare il lavoro sporco, quando necessario, senza preoccuparsi troppo di lasciare tracce o far emergere troppi sospetti attorno a Mosca. Ecco perché i loro fallimenti, spesso, possono apparire “poco professionali”.
Alcuni sono veterani decorati delle guerre più sanguinose della Russia, tra cui Afghanistan, Cecenia e Ucraina. Le sue operazioni sono così segrete, secondo le valutazioni dei servizi di intelligence occidentali, che l’esistenza dell’unità è molto probabilmente sconosciuta anche ad altri membri del GRU. L’unità sembra essere una comunità affiatata: una fotografia scattata nel 2017 mostra il comandante dell’unità, Andrei V. Averyanov, al matrimonio di sua figlia in abito grigio e papillon, che posa con il colonnello Anatoly V. Chepiga, uno dei due ufficiali incriminati in Gran Bretagna per l’avvelenamento di un’ex spia, Sergei V. Skripal.
Non sarebbero di loro competenza gli attacchi cyber, sempre più consueti dallo scoppio della guerra in Ucraina. L’unità 29155, infatti, non è nota per attacchi informatici e attività di hacking. Queste sono prerogative di altre divisioni del Gru (Unità 26165 e Unità 74455), incriminate dalle autorità statunitensi con l’accusa di hacking legato alle elezioni. Solo in un caso l’Unità 29155 è stata collegata a un tentativo di cyberintrusione: nell’ottobre 2018, i funzionari olandesi hanno affermato che gli agenti del Gru avrebbero tentato di hackerare i computer presso la sede dell’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche all’Aia.
Di Francesca Salvatore. (Inside Over)