(Roma, 03 dicembre 2022). Il procuratore generale del Paese, Mohammad Javad Montazeri, promette « tolleranza zero » e novità sull’obbligo del velo: « Entro due settimane rivedremo la norma sull’hijab »
Sono più di 200 le persone che hanno perso la vita nelle proteste in corso in Iran: lo ha reso noto il Consiglio di sicurezza, che ha però minacciato adesso ‘tolleranza zero’ spiegando che d’ora in poi le forze di sicurezza agiranno più attivamente di fronte a qualsiasi manifestazione. È la prima volta dall’inizio delle proteste, il 16 settembre, che l’Iran pubblica dati ufficiali sui morti.
« Per quanto riguarda i manifestanti, la Repubblica islamica dell’Iran li ha trattati con la massima tolleranza » ma « il piano del nemico per il prosieguo delle rivolte e la pazienza strategica del sistema » ha causato gravi danni. Il Consiglio di sicurezza, si legge ancora nella nota, « agirà in modo più deciso » e « le forze di sicurezza e di polizia con tutta la loro forza e determinazione non permetteranno più ad alcuni facinorosi con il supporto di agenzie di intelligence straniere di mettere in pericolo la sicurezza pubblica ». « Pertanto, qualsiasi disturbo dell’ordine pubblico e assembramento illegale a qualsiasi livello e luogo sarà affrontato con decisione e senza tolleranza ».
Il Parlamento iraniano e il Consiglio Supremo della Rivoluzione Culturale stanno esaminando la questione dell’hijab, il velo islamico, che e’ obbligatorio per le donne: lo ha reso noto il procuratore generale del Paese, Mohammad Javad Montazeri, promettendo risultati rapidi, ma senza precisare come potrebbe essere cambiata la legge. I risultati, ha aggiunto il magistrato che parlava dalla città sacra di Qom, saranno resi noti in una settimana o due.
L’obbligo di tenere il capo e i capelli coperto è stato il fattore scatenante dell’attuale ondata di proteste in Iran; e poi ha rivelato anche un diffuso risentimento contro gli ayatollah. Il Parlamento e la magistratura « stanno lavorando » su questo tema, ha spiegato Montazeri; ma non ha specificato cosa potrebbe essere cambiato nella legge, tanto più che il presidente, l’ultraconservatore Ebrahim Raisi, ha già imposto nuove restrizioni sull’abbigliamento.
Proprio Raisi ha chiesto alle « famiglie dei martiri » e agli « Hawzah » (seminari per lo studio dei valori islamici sciiti) di sollecitare l’azione degli organi esecutivi nella lotta alla disobbedienza all’uso del velo, ma – pur facendo notare, nel corso di una conferenza a Teheran che « la Costituzione ha valori e principi solidi e immutabili »- ha detto che « ci sono metodi di attuazione della Costituzione che possono essere flessibili ».