(Roma, 11 settembre 2022). Una piazza deserta, senza persone e senza la normale quotidianità che scorre attorno a essa. Al centro, una bandiera dell’Ucraina che viene nuovamente issata e un discorso tenuto da un generale che promette di non fermarsi qui: sono alcune delle immagini arrivate nelle ultime ore da Balakliya, una delle città riprese dalle forze di Kiev. A parlare, mentre i soldati sono impegnati a far sventolare le bandiere gialloblu, è il generale Oleksandr Syrskyi. Ci sarebbe lui dietro la strategia di riconquista del settore meridionale dell’oblast di Kharkiv e dietro le linee guida che hanno portato Kiev alla controffensiva ucraina.
Una lunga carriera militare e i rapporti con la Nato
Oleksandr Syrskyi è il capo delle forze di terra dell’esercito ucraino. Quando è scoppiata la guerra a febbraio, così come ricostruito dai media ucraini, si trovava a Kiev. Qui ha comandato le operazioni a difesa della capitale. Ma il suo volto è sempre rimasto dietro le quinte. In pochi, tra gli stessi ucraini, lo conoscevano prima dei video girati nelle ultime ore. Del resto la sua sembra essere una vita quasi esclusivamente vocata all’esercito e al mondo militare. Nato 57 anni fa, quando quindi ancora il territorio ucraino apparteneva all’Unione Sovietica, Syrskyi ha compiuto il salto di qualità nella sua carriera nei primi anni 2000. Operava nel Donbass, in quel momento (quasi) in pace, a comando della 72esima brigata meccanizzata. Durante questa fase è stato promosso generale e ha scalato i ranghi dell’esercito di Kiev.
Una scalata che lo ha portato nel 2013, anno difficile per l’Ucraina culminato con le prime proteste di piazza Maidan, a diventare primo vice capo del centro di comando principale delle forze armate. Un incarico che negli anni successivi, quando a Kiev si insediano governi filo occidentali, gli ha permesso profondi contatti con la Nato. Viene infatti coinvolto nelle varie esercitazioni svolte con i Paesi dell’alleanza atlantica. Un elemento che permetterebbe di capire le evoluzioni delle ultime ore. Syrskyi infatti, a comando delle forze di terra già dal 2019, ha spinto per la controffensiva nel settore a sud di Kharkiv attuando probabilmente consigli e suggerimenti arrivati dai consiglieri della Nato. La sua è quindi una figura che potrebbe rappresentare una sorta di “congiunzione” tra l’esercito di Kiev e gli alleati occidentali.
Il suo ruolo nella controffensiva
Dopo il ritiro dei russi da Kiev, il presidente ucraino Zelensky lo ha nominato a capo delle operazioni su Kharkiv. Fonti ucraine hanno parlato di un’opera di convincimento di Syrskyi nel pianificare la controffensiva scattata nei giorni scorsi. Sarebbe stato quindi lui uno dei principali artefici dello spostamento di uomini e mezzi verso la regione di Kharkiv. E questa volta il suo volto è diventato noto anche alla stessa popolazione. Quando il contrattacco ha portato gli ucraini a riprendere il quadrante di Izyum, Syrskyi ha voluto visitare personalmente le città recuperate.
Da qui il video girato a Balakliya, culminato con una promessa: “Sono sicuro – ha dichiarato mentre gira per la piazza appena conquistata – che questa non sarà la mia ultima città”. Ma adesso per lui potrebbe arrivare il compito più arduo: decidere se continuare o meno la controffensiva e provare a organizzare la logistica nella regione. Decisioni e obiettivi non semplici, al netto dei festeggiamenti degli ultimi giorni.
Di Mauro Indelicato. (Inside Over)