L’ambasciatore cinese a Riad attacca gli Stati Uniti sulla stampa saudita

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(Roma, 20 luglio 2022). In un articolo pubblicato su “Asharq al Awsat”, Chen Weiqing ha messo in luce il contrasto tra atteggiamento occidentale e relazioni sino-arabe come “modello per scambi amichevoli tra diversi Paesi e civiltà”. Il diplomatico ha inoltre rivendicato la necessità di “rispetto, non sottomissione” che si deve a due aree del mondo, la Cina e il Medio Oriente, che sono la “culla della civiltà umana”

Il quotidiano panarabo di proprietà saudita “Asharq al Awsat”, edito a Londra, ha pubblicato ieri un lungo articolo dell’ambasciatore della Cina a Riad, Chen Weiqing, meno di 48 ore dopo il viaggio di Joe Biden in Medio Oriente. L’articolo inizia riportando il detto arabo “cercate la conoscenza anche in Cina” e ricorda i legami storici e di civiltà tra Cina e mondo arabo, citando il viaggiatore berbero Ibn Battuta (considerato il Marco Polo islamico) e il navigatore cinese Zheng He. Dopo di che inizia la parte anti-coloniale e l’attacco all’Occidente moderno, colpevole di una “brutale aggressione contro i Paesi di Asia, Africa e America Latina”. L’ambasciatore mette in luce il contrasto tra atteggiamento occidentale e relazioni sino-arabe come “modello per scambi amichevoli tra diversi Paesi e civiltà”. Il diplomatico rivendica la necessità di “rispetto, non sottomissione” che si deve a due aree del mondo, la Cina e il Medio Oriente, che sono la “culla della civiltà umana”.

Il discorso anti-coloniale dell’ambasciatore cinese a Riad assume poi un punto di vista chiaramente arabo-islamico. L’ambasciatore cita lo scrittore Edward Said, secondo il quale “il mondo occidentale ha sempre avuto una percezione distorta nei confronti dei popoli orientali”, e critica le guerre combattute in nome della lotta al terrorismo, condannando poi la demonizzazione della civiltà islamica e “l’islamofobia che si è diffusa negli ultimi anni”. In questo passaggio c’è anche una citazione coranica (“decidono le loro faccende consultandosi tra di loro”), introdotta con la formula islamica “Dice Dio Onnipotente nel Nobile Corano”. E sulle questioni della democrazia e dei diritti umani, il diplomatico parla di “dialogo e scambio su base paritaria”, denunciando “la predicazione e le accuse arroganti” dei Paesi occidentali.

Di nuovo, l’articolo dell’ambasciatore pubblicato su “Asharq al Awsat” evidenzia la differenza tra l’Occidente e la Cina, che “non ha mai invaso un centimetro di territorio” dei Paesi arabi, e la mentalità degli “accordi Sykes-Picot” dell’Occidente, che divide il mondo in aree di influenza e “vuoti” da riempire. Un riferimento, quest’ultimo, al discorso di Biden in Arabia Saudita. “Lasciatemelo dire chiaramente: gli Stati Uniti rimarranno un partner attivo e impegnato in Medio Oriente. Non ce ne andremo lasciando un vuoto che verrebbe riempito da Cina, Russia e Iran”, aveva infatti detto Biden.

Gli ultimi paragrafi dell’articolo del diplomatico cinese su “Asharq al Awsat” sono incentrati sulla cooperazione economica e sull’ordine internazionale. Chen sottolinea come i piani arabi di diversificazione economica si accordino con la Nuova via della Seta o Belt and Road initiative (Bri). Qui c’è altro attacco agli Stati Uniti, invitati “a pensare ai propri problemi piuttosto che invidiare il successo degli altri”. L’ambasciatore cita un hadith (“Guardatevi dall’invidia, che divora le opere buone come il fuoco divora il legno”), introdotto con la formula “Ha detto l’inviato di Dio”. L’articolo, pubblicato ieri, situato nella sezione “commenti” del prestigioso giornale saudita, si chiude sottolineando l’impegno comune di re Salman e il presidente cinese Xi Jinping per un ordine mondiale fondato sulla legittimità internazionale, il rispetto della sovranità nazionale, la non-ingerenza negli affari interni degli Stati e la cooperazione multilaterale.

(Nova News)