(Roma, 26 maggio 2022). Potrebbe essere durato poco meno di tre mesi il “regno” di Al Qurashi alla guida dell’Isis. Il terrorista infatti sarebbe stato arrestato in Turchia, fermato a Istanbul dopo un blitz delle forze di sicurezza turche nella più grande metropoli del Paese. A darne notizia è stata Oda Tv, ulteriori conferme sono giunte da un funzionario turco raggiunto da Bloomberg. Al Qurashi era stato nominato capo dell’Isis all’inizio del mese di marzo, poche settimane dopo la morte del suo predecessore, Abu Ibrahim al-Hashimi al-Qurayshi, ucciso dopo un raid Usa in Siria nello scorso febbraio.
Cosa si sa del blitz di Istanbul
Al Qurashi, secondo una prima ricostruzione emersa da fonti turche a Oda Tv, sarebbe stato arrestato dopo un blitz anti terrorismo compiuto dalle forze di sicurezza e dalla polizia. Un vero e proprio raid che ha preso di mira l’ultimo nascondiglio del terrorista iracheno in una al momento ignota zona di Istanbul. L’operazione sarebbe quindi stata corredata da successo e durante le fasi dell’arresto del leader dell’Isis nessuno avrebbe sparato un colpo. L’azione delle forze turche potrebbe essere stata fulminea e senza dare la possibilità ad Qurashi e a chi era con lui di reagire. Oppure, ed è questa un’altra ipotesi, sentendosi braccato il “califfo” ha deciso di desistere e di arrendersi subito.
Se fosse vera questa versione, la scelta di Al Qurashi non sarebbe in linea con quella dei predecessori. Sia Abu Bakr Al Baghdadi nell’ottobre del 2019 che Abu Ibrahim al-Hashimi al-Qurayshi infatti si erano fatti saltare in aria alla vista delle forze speciali, uccidendo anche fedelissimi e membri della propria famiglia. Sempre secondo Oda Tv, il network che al momento sta seguendo più da vicino la notizia, la polizia turca avrebbe saputo della presenza di Al Qurashi a Istanbul non più di una settimana fa. A quel punto sarebbero intervenute le forze speciali, le quali piazzando una base operativa vicino l’indirizzo sospetto avrebbero avuto conferma della presenza in quel luogo del numero uno del califfato.
Da qui poi il blitz e i successivi interrogatori. L’operazione finale infatti non sarebbe avvenuta nelle scorse ore ma qualche giorno fa. Una volta avuta la certezza, le forze di Ankara avrebbero quindi avvisato il presidente turco Erdogan. Quest’ultimo dovrebbe tenere un discorso ufficiale sull’arresto di Al Qurashi nei prossimi giorni.
Cosa cambierebbe per l’Isis
La principale organizzazione terroristica potrebbe subire al suo interno profondi mutamenti. Del resto lo Stato Islamico aveva già subito un’importante scossa dall’uccisione di Al Baghdadi, fondatore dell’Isis e guida di quel califfato che dal 2014 al 2019 ha portato terrore e devastazione tra Siria e Iraq. La sua morte, avvenuta in una località nel nord del territorio siriano (controllato dai rivali islamisti vicini ad Al Qaeda), ha segnato la fine dell’Isis per come lo si conosceva. Da organizzazione verticistica, con un capo ben riconosciuto da tutti, si è trasformata in un’entità più frammentata e frazionata. Ma non per questo meno pericolosa. Anzi, il successore di Al Baghdadi, ossia Al Qurayshi, dalla fine del 2020 in poi aveva reso l’Isis nuovamente in grado di attaccare in Siria e in Iraq. “Benedicendo”, al contempo, le varie cellule ramificatesi in Africa e in Afghanistan, nuovi terreni di conquista per il proselitismo islamista.
La morte di Al Qurayshi sembrava poter aprire un momento di instabilità interna, ma la nomina di Al Qurashi ha in qualche modo assicurato una transizione “tranquilla” tra le fila jihadiste. Viene da chiedersi come mai il nuovo leader dell’Isis si trovava a Istanbul e non invece sui campi di battaglia siriani o iracheni, come i predecessori. Potrebbe inoltre essere interessante capire se Al Qurashi, essendo l’unico leader catturato vivo, parlerà e rivelerà qualcosa sulla struttura interna della galassia islamista. Per l’Isis, comunque vada, la situazione non è delle migliori: l’organizzazione non aveva ancora digerito la morte di Al Qurayshi e adesso potrebbe dover affrontare un nuovo taglio alla testa del califfato.
Di Mauro Indelicato. (Il Giornale/Inside Over)