(Roma, 12 aprile 2022). Il colloquio a Mosca con il presidente russo ma non ha avvicinato la fine della crisi. Il Cremlino « diffida della comunità e del diritto internazionale », ha detto il leader di Vienna
L’incontro tra il cancelliere austriaco Karl Nehammer e Vladimir Putin si è rivelato un buco nell’acqua, e non ha portato alcun avanzamento nei dialoghi per porre fine all’invasione dell’Ucraina. Il confronto è stato “molto diretto, aperto e duro », e “il messaggio più importante” trasmesso al presidente russo è che “la guerra in Ucraina deve finire, perché in guerra ci sono solo perdenti da entrambi i lati”, ha riferito dal cancelliere al termine dell’incontro, durato 75 minuti alla sola presenza dei due interpreti.
Il capo del governo di Vienna ha precisato che la sua visita “non è stata di amicizia”, ma dettata dal “dovere di incontrare Putin in modo da non lasciare nulla di intentato”. Il colloquio si è svolto nella tenuta presidenziale di Novo-Ogaryovo, ad ovest di Mosca. È stato il primo incontro tra un leader dell’Ue (ma non della Nato) ed il presidente russo da quando è stata lanciata l’aggressione all’Ucraina. E, su richiesta austriaca, non c’è stata nessuna stretta di mano, nessuna foto dei due leader, nessun incontro congiunto con i giornalisti.
“Non ho impressioni positive anche perché Putin è entrato in una maniera massiccia nella logica della guerra e agisce di conseguenza”, ha aggiunto Nehammer, che si è detto “piuttosto pessimista” sul successo dei negoziati nonostante a suo giudizio il suo interlocutore abbia “ancora fiducia nel processo di Istanbul, negli sforzi diplomatici e nei colloqui in Turchia”.
E tuttavia, per il cancelliere Putin “diffida della comunità internazionale e del diritto internazionale”. A confermarlo è stato anche il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, quando ha ribadito che per Mosca lo scontro con l’Occidente ha una dimensione geopolitica che va oltre la guerra in Ucraina e ha lo scopo di “mettere fine all’espansione senza limiti degli Usa e degli altri Paesi occidentali verso la totale dominazione” del mondo.
Nehammer ha accusato il Cremlino di preparare nell’est ucraino “un attacco brutale e massiccio”, mentre ha affermato che le sanzioni “resteranno in vigore e saranno ulteriormente inasprite finché in Ucraina le persone continueranno a morire”. Per il primo ministro austriaco, che ha accusato Putin di crimini di guerra in Ucraina, la reazione del presidente russo è apparsa “poco collaborativa”. Stando alla sua ricostruzione, Putin si è sempre riferito all’attacco in Ucraina come all’“operazione militare speciale” e solo una volta ha pronunciato la parola “guerra”.
Dai resoconti ufficiali (o meglio da quello austriaco, visto che il Cremlino non ha emesso comunicati) non è emerso comunque se tra i temi discussi ci sia stato quello del gas, un punto sensibile per Vienna che insieme a Germania e Italia è fortemente dipendente dalla Russia per l’approvvigionamento energetico.
Di Francesco Bortoletto. (Europa Today)