Burkina Faso: centinaia di persone in strada per esprimere sostegno ai golpisti

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(Roma, Parigi, 24 gennaio 2022). La folla si sta dirigendo verso Place de la Nation

Centinaia di persone sono scese in strada nella capitale del Burkina Faso, Ouagadougou, per esprimere il loro sostegno ai militari golpisti che hanno deposto il presidente Roch Marc Christian Kaboré e preso il potere. Lo riferisce l’agenzia di stampa locale “Burkina24”, precisando che la manifestazione si sta verificando nel quadro di un ingente dispositivo di forze di sicurezza schierato già questa mattina davanti alla sede della televisione nazionale Rtb, da dove i militari hanno confermato l’avvenuto golpe. La folla si sta dirigendo verso Place de la Nation, obiettivo già ieri dei manifestanti che sono tuttavia stati dispersi dall’intervento della polizia. “Burkina24” precisa inoltre che se il presidente Kaboré è nelle mani dei militari, il primo ministro Lassina Zerbo e il presidente del Parlamento Alassane Bala Sakandé sono nelle mani della Gendarmeria che ne assicura la protezione. La deposizione di Kaboré è avvenuta dopo che i militari di un’unità dell’esercito del campo militare di Sangoulé Lamizana, vicino Ouagadougou, si sono ammutinati attaccando le unità filo-governative. Combattenti civili hanno inoltre aderito all’offensiva dei militari ribelli, assaltando il quartier generale dell’area presidenziale ed appiccando incendi. I media locali riferiscono inoltre di colloqui avviati nella notte fra i rappresentanti degli ammutinati e il ministro delle Forze armate, Aimé Barthélémy Simporé, che non hanno portato ad esito positivo. Secondo la fonte, gli ammutinati chiedevano le dimissioni del capo di Stato maggiore dell’esercito e di diversi ufficiali, oltre che quella di Kaboré.

Secondo quanto dichiarato a “Rfi” da fonti militari, il presidente Kaboré sarebbe detenuto in un campo militare nella capitale Ouagadougou, mentre uomini armati si sono posizionati davanti alla sede del primo ministro e di Rtb, la televisione nazionale, mentre un coprifuoco era stato decretato ieri sera nel quadro delle sparatorie in corso in diverse aree del Paese ma è stato sospeso già questa mattina. Utenti sui social network segnalano tuttavia che la copertura telefonica mobile è saltuaria. Nella tarda serata di ieri il ministro incaricato delle Forze armate, il generale Aimé Barthélémy Simporé, aveva comunque rassicurato i cittadini alla televisione nazionale definendo la situazione “sotto controllo”. In un comunicato, il blocco regionale della Comunità dei Paesi dell’Africa occidentale (Cedeao) ha tuttavia invitato alla calma ed ha espresso la sua solidarietà al presidente Roch Kaboré, al governo e al popolo burkinabé, chiedendo inoltre ai militari di mantenere un “atteggiamento repubblicano” e di favorire il dialogo con le autorità.

Il presidente del Burkina Faso, Roch Marc Christian Kaboré, sarebbe stato arrestato dopo gli ammutinamenti scoppiati nel fine settimana in diverse carceri della capitale Ouagadougou e di altre città del Paese. Lo riferisce “Rfi” citando fonti della sicurezza locali, ed aggiungendo che raffiche di spari sono stati uditi nella tarda serata di ieri vicino alla residenza presidenziale, il Palazzo Kosyam situato a sud-est di Ouagadougou. Nel fine settimana scontri fra militari sono scoppiati in varie parti del Paese dopo che un’unità dell’esercito burkinabè del campo militare di Sangoulé Lamizana, vicino Ouagadougou, si sono ammutinate attaccando le unità filo-governative. Combattenti civili hanno aderito all’offensiva dei militari ribelli, assaltando il quartier generale dell’area presidenziale ed appiccando incendi. Il tutto mentre era prevista una manifestazione contro il presidente Kaboré, vietata dalle autorità ma mantenuta dagli organizzatori, che la annunciavano pacifica. Secondo “Le Figaro”, alcuni manifestanti hanno tuttavia aderito alla protesta dei militari defezionisti, cercando di occupare Place de la Nation ma venendo dispersi dalla polizia.

Nel campo di Sangoulé Lamizana, da dove è partita l’offensiva militare contro Kaboré, sono detenuti militari fedeli all’ex presidente Blaise Compaoré. Fra questi il generale Diendéré, ex capo di Stato maggiore delle Forze armate burkinabé condannato per il tentato colpo di Stato del 2015 e ritenuto responsabile anche dell’assassinio dell’ex presidente Thomas Sankara. Ieri il governo di Ouagadougou ha negato che le sparatorie, registrate anche in una caserma a Kaya, circa 100 chilometri a nord di Ouagadougou, fossero parte di un colpo di Stato. “Le informazioni sui social network parlano di una presa di potere da parte dell’esercito. Il governo, pur confermando gli spari in alcune caserme, nega queste informazioni e invita la popolazione a mantenere la calma”, ha affermato in una nota il portavoce del governo Alkassoum Maiga, senza fornire ulteriori dettagli.

Redazione. (Nova News)