Scholz prima a Parigi che a Bruxelles. L’asse franco-tedesco è solido

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Sia la ministra Baerbock sia Scholz sono stati prima a Parigi, poi a Bruxelles. E la stampa transalpina ha dato grande visibilità all’incontro tra il nuovo cancelliere e Macron, che parla di “convergenza solida di vedute”. Un’attenzione che invece al Trattato del Quirinale…

Mercoledì l’insediamento del nuovo governo tedesco. Giovedì il viaggio della ministra degli Esteri Annalena Baerbock a Parigi prima, per incontrare l’omologo francese Jean-Yves Le Drian, a Bruxelles poi, per vedere Josep Borrell, Alto rappresentante dell’Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza, e Jens Stoltenberg, segretario generale della Nato. Venerdì la prima visita ufficiale all’estero del cancelliere Olaf Scholz. Anche per lui prima Parigi, per un faccia a faccia con il presidente francese Emmanuel Macron, poi Bruxelles, per colloqui con Ursula von der Leyen, già al governo assieme a lui come ministra della Difesa durante il quarto mandato di Angela Merkel e oggi presidente della Commissione europea, e Charles Michel, presidente del Consiglio europeo.

L’agenda estera del nuovo governo tedesco lascia pochi dubbi sulla volontà di continuare a guidare l’Unione europea di concerto con quello francese. Quei pochi che potrebbero rimanere vengono spazzati via dalle parole pronunciate da Scholz e Macron dopo l’incontro all’Eliseo. Le relazioni franco-tedesche “continueranno a svilupparsi positivamente”, ha detto il cancelliere utilizzando non un verbo qualsiasi, bensì uno che dia il senso costanza rispetto ai 16 anni di Merkel. E di “convergenza solida di vedute” con il nuovo capo del governo tedesco ha parlato il presidente francese.

Da Berlino a Parigi guardando a Bruxelles. Germania e Francia lavoreranno insieme per “rafforzare” l’Unione europea in “tutte le dimensioni necessarie: dall’economia alla sicurezza e alla politica estera”, ha dichiarato Olaf in conferenza stampa. Poi ha risposto così a una domanda sulla riforma del Patto di stabilità e crescita, che è al centro dell’agenda del semestre di presidenza francese del Consiglio dell’Unione europea: crescita e finanze “solide” non sono “incompatibili”. E ancora: serve “mantenere la crescita” generata dal Fondo europeo per la ripresa. Allo stesso tempo, ha evidenziato il cancelliere, “dobbiamo lavorare sulla solidità delle nostre finanze. Non è una contraddizione. Per me, sono due facce della medesima medaglia”.

Al centro del faccia a faccia all’Eliseo anche l’Ucraina e il clima. Scholz ha detto di guardare “con preoccupazione” alla situazione in atto al confine dell’Ucraina: “L’inviolabilità delle frontiere dell’Europa è un principio cruciale per la pace”, ha aggiunto promettendo “nuove iniziative per assicurarci che l’Ucraina abbia delle buone prospettive” e auspicando che il formato Normandia venga “rivitalizzato”. Macron ha concordato, sostenendo che “la stabilità e la sovranità dell’Ucraina devono essere difese”. Quanto al clima, “sono necessarie risposte comuni” per poter contrastare con efficacia i cambiamenti climatici, ha detto Scholz. “Sia la Germania sia la Francia vedono con chiarezza che la lotta al cambiamento climatico è una necessità”, ha aggiunto il cancelliere tedesco, secondo il quale ambedue i Paesi “perseguono la stessa via” per favorire questa transizione.

Non deve stupire, almeno non più di tanto, l’attenzione prestata dalla stampa francese all’incontro all’Eliseo. Assai più forte di quella riservata al Trattato del Quirinale firmato da Macron con il presidente del Consiglio dei ministri italiano Mario Draghi pochi giorni fa. E non soltanto perché il faccia a faccia si è svolto in Francia e non all’estero, come nel caso della firma sull’accordo italofrancese.

Anche perché, come spiegava qualche settimana fa l’Economist, “non importa quanto le cose migliorino tra Francia e Italia, la Germania rimarrà il principale alleato della Francia. Un accordo accettabile sia per la Francia sia per la Germania è probabilmente accettabile per la maggior parte dei Paesi dell’Unione europea; un accordo accettabile per l’Italia e la Francia potrebbe aver dei problemi a trovare sostegno oltre il Mediterraneo. Qualsiasi cambiamento importante nella politica richiede la persistenza franco-italiana. Ma ha ancora bisogno del permesso tedesco”.

Di Gabriele Carrer. (Formiche)