Dopo 74 anni la carica di Gran Mufti di Siria, la massima autorità religiosa dell’Islam sunnita, viene abolita in Siria con un decreto firmato dal presidente Bashar al Assad e promulgato nelle ultime ore.
Lo riferisce l’agenzia governativa siriana Sana, secondo cui le funzioni del Gran Mufti, da 16 anni ricoperta dallo shaykh Ahmad Badr Hassun di Aleppo, sono ora affidate al ministero degli affari religiosi tramite un neonato consiglio di giurisprudenza islamica creato ad hoc.
Non è ancora chiaro quale sia il motivo politico dietro questa decisione, che giunge dopo anni di tentativi del governo centrale di Damasco di controllare direttamente gli affari religiosi di un paese a maggioranza sunnita.
La carica di Gran Mufti era stata istituita nel 1947, un anno dopo il raggiungimento formale dell’indipendenza della Siria dal mandato francese. Ma una carica analoga esisteva sin dalla fine dell’impero ottomano nel 1918.
Sia lo shaykh Hassun che il suo predecessore Ahmad Kuftaro sono stati a lungo strenui difensori del potere degli Assad. E la carica di Gran Mufti, come accade anche in altri paesi della regione, è strettamente controllata dal potere centrale, essendo una sua esplicita emanazione. Nel 2018 Assad aveva emesso un altro decreto in cui limitava la durata della carica del Gran Mufti a tre anni, mentre in precedenza il mandato era a vita. Le prime reazioni pubbliche alla decisione oscillano tra chi denuncia una interferenza del potere negli affari religiosi e chi plaude alla decisione considerandola un tentativo di combattere l’estremismo. (ANSAMed)