Il presidente tedesco Steinmeier: «siamo corresponsabili di questa tragedia»

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(Roma, 17 agosto 2021). Le scene viste all’aeroporto di Kabul, con migliaia di disperati afghani che affollavano le piste nella speranza di essere trasportati fuori dal Paese, sono una « vergogna per l’Occidente »
« Viviamo in questi giorni una tragedia umana della quale siamo corresponsabili » e che rappresenta « una cesura politica che ci sconvolge e che cambierà il mondo ». È quanto ha affermato il presidente della Repubblica tedesco Frank-Walter Steinmeier in un discorso trasmesso in televisione.
« Le drammatiche immagini di Kabul e gli accadimenti in Afghanistan ci toccano tutti », ha aggiunto il capo dello Stato. « Sono sicuro: i cittadini in tutta la Germania in queste ore pensano all’Afghanistan e al popolo afgano ».
In particolare, Steinmeier le notizie che arrivano dal Paese sono sconvolgenti « per tutti coloro che negli ultimi 20 anni si sono impegnati per una vita migliore e che hanno messo a rischio la propria salute, addirittura la propria vita », tra cui « i soldati e le soldatesse tedesche che erano là in missione, così come i congiunti dei caduti ».
Le scene viste all’aeroporto di Kabul, con migliaia di disperati afghani che affollavano le piste nella speranza di essere trasportati fuori dal Paese, sono una « vergogna » per l’Occidente », ha detto il presidente tedesco.
A questo punto, secondo il presidente tedesco, « la Germania deve fare il massimo per mettere in sicurezza i nostri concittadini e tutti gli afghani e le afghane che per anni sono stati al loro fianco ». Oltre a ciò, è necessario che insieme agli alleati si cerchino « di aiutare coloro che in Afghanistan sono minacciati di violenza e morte, tra cui anche molte donne coraggiose ».
Steinmeier ha voluto anche porre l’accento sulla necessità di una nuova discussione sulla politica internazionale della Germania: « Il fallimento dei nostri sforzi, durati anni, di costruire in Afghanistan una comunità stabile e sostenibile apre domande fondamentali riguardo al passato e al futuro del nostro impegno estero e militare: domande amare, cui non dobbiamo rispondere subito in prima linea, ma con onesta’ e in modo esaustivo ».

(AGI)