Libia: la conferenza di «Berlino 2» chiede il ritiro dei mercenari, ma la Turchia avanza riserve

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(Roma, 23 giugno 2021). Immediato “ritiro dei mercenari stranieri dalla Libia”, circostanza per cui la Turchia ha “avanzato delle riserve”; forte incoraggiamento alle autorità libiche a fare la loro parte per rendere possibili le elezioni entro il 24 dicembre; unificazione della Banca centrale della Libia; un’equa distribuzione dei proventi petroliferi. Questi sono i punti principali della dichiarazione finale adottata oggi alla seconda Conferenza internazionale di Berlino sulla Libia. Si tratta di un documento di 58 punti diviso in sei sezioni (introduzione, processo politico, sicurezza, riforme economiche e finanziarie, rispetto del diritto internazionale umanitario e dei diritti umani, seguiti). Le conclusioni sono in larga parte identiche alla bozza di 51 punti anticipata nei giorni scorsi da “Agenzia Nova”.

“Oggi, su invito del ministro degli Esteri tedesco (Heiko) Maas e del segretario generale delle Nazioni Unite (Antonio) Guterres, gli alti rappresentanti dei governi di Algeria, Cina, Repubblica democratica del Congo (presidente dell’Unione africana), Egitto, Francia, Germania, Italia, Libia, Marocco, Paesi Bassi, Russia, Svizzera, Tunisia, Turchia, Repubblica del Congo (presidente della Commissione ad alto livello dell’Ua sulla Libia), Emirati Arabi Uniti, Regno Unito, Stati Uniti d’America, Nazioni Unite, Unione Africana, Unione Europea e Lega degli Stati Arabi si sono riuniti per la Seconda Conferenza di Berlino sulla Libia” si legge al punto numero uno della nota conclusiva. Una delle novità rispetto alla precedente conferenza è l’inclusione della Libia come “membro a pieno titolo” (punto quattro).

Le conclusioni riconoscono da una parte i progressi rispetto alla prima conferenza del gennaio 2020 (“le ostilità sono cessate; è in vigore un cessate il fuoco; il blocco del petrolio è stato revocato; è stata istituita un’autorità esecutiva provvisoria e il governo di unità nazionale è stato approvato dalla Camera dei rappresentanti”). Dall’altra, però, le parti dovrebbero fare di più per rendere “possibili le elezioni presidenziali e parlamentari nazionali del 24 dicembre 2021“, fare in modo “che i suoi risultati siano accettati da tutte le parti” (punto cinque), consentire “un ritiro reciproco, proporzionale, equilibrato e sequenziale di elementi armati stranieri, iniziando immediatamente con l’allontanamento dei mercenari stranieri dalla Libia” (punto dodici), nonché “applicare e far rispettare le sanzioni Onu, anche attraverso misure nazionali, contro coloro che violano l’embargo sulle armi o il cessate il fuoco” (punto 13).

La bozza include anche un passaggio, seppur breve, per “sostenere la Libia nel suo sforzo di proteggere i suoi confini meridionali e controllare il movimento transfrontaliero di gruppi armati e armi” (punto 16). Non solo: dovrebbe essere sollecitata anche l’istituzione di “forze di sicurezza nazionali, di polizia e militari unificate libiche sotto un’autorità civile unificata” (punto 18), oltre alla smobilitazione e al “disarmo senza indugio dei gruppi armati e delle milizie in Libia, l’integrazione di personale idoneo nelle istituzioni statali civili, di sicurezza e militari” (punto 19). La bozza riafferma “la necessità di combattere il terrorismo in Libia in conformità con la Carta delle Nazioni Unite e il diritto internazionale“, chiedendo “a tutte le parti di dissociarsi e di porre fine a qualsiasi sostegno a individui e gruppi terroristici designati dalle Nazioni Unite” (punto 20). Il testo sollecita tutti gli attori a cessare “il finanziamento di capacità militari o il reclutamento di mercenari” (punto 22) e indica l’impegno “a rafforzare i meccanismi di monitoraggio dell’embargo sulle armi da parte delle Nazioni Unite e delle autorità nazionali e internazionali competenti”.

Sul fronte politico, la bozza delle conclusioni chiede “al Consiglio di presidenza provvisorio e al governo provvisorio di unità nazionale di intraprendere ulteriori passi per riunificare il Paese” (punto 26) ed esorta “tutti gli attori a ripristinare e rispettare l’integrità e l’unità esecutiva, legislativa, giudiziaria e delle altre istituzioni statali libiche“. In particolare, si richiede alle autorità della Libia, “compresa la Camera dei rappresentanti, di fare i preparativi necessari per tenere elezioni presidenziali e parlamentari nazionali libere, eque e inclusive il 24 dicembre 2021, compreso il chiarimento della Base costituzionale per le elezioni e l’emanazione della legislazione” elettorale (punto 28). Il testo chiede inoltre al Foro di dialogo politico libico (Lpdf, l’organismo di 75 membri patrocinato dall’Onu) di “adottare misure per facilitare le elezioni, se necessario e come richiesto dalla tabella di marcia politica” (punto 29). Sempre in tema di elezioni, si incoraggiano gli Stati membri delle Nazioni Unite e le organizzazioni internazionali e regionali a “inviare osservatori elettorali, in coordinamento con le autorità libiche e l’Unsmil”, la missione delle Nazioni in Libia (punto 31). Nella bozza si richiede inoltre “al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, all’Unione Africana, alla Lega degli Stati Arabi e all’Unione Europea di agire contro gli spoiler libici del processo politico, anche imponendo sanzioni“.

Per quanto riguarda le riforme economiche e finanziarie, il governo provvisorio di unità nazionale dovrebbe “migliorare la fornitura di servizi di base al popolo libico, ripristinare l’approvvigionamento idrico ed elettrico, i servizi medici e di istruzione, combattere la corruzione, rilanciare l’economia nazionale e impegnarsi nella ricostruzione delle infrastrutture del Paese” (punto 35). I partecipanti alla conferenza, secondo le anticipazioni di “Agenzia Nova”, sono “pronti a sostenere gli sforzi di riunificazione della Banca Centrale della Libia” (punto 37) e chiedono “una distribuzione trasparente, responsabile ed equa della ricchezza e delle risorse pubbliche tra le diverse aree geografiche libiche, anche attraverso il decentramento e il sostegno ai comuni”. Il testo dovrebbe inoltre sollecitare la Camera dei rappresentanti ad “adottare un bilancio nazionale, osservando che ciò contribuirebbe a una distribuzione più trasparente ed equa dei fondi” (punto 39). Quanto agli asset congelati dall’Onu, si afferma la “disponibilità a prendere in considerazione modifiche, ove opportuno, al congelamento dei beni su richiesta del governo libico” (punto 41). Tali cambiamenti, continua il testo, “potrebbero essere considerati appropriati una volta completato il periodo di transizione della Libia, con decisioni sovrane prese da un governo, un presidente e un parlamento legittimamente eletti dotati di piena legittimità nazionale”.

Sul rispetto del diritto umanitario internazionale e dei diritti umani, la bozza delle conclusioni vista da “Nova” esorta “il governo provvisorio di unità nazionale e tutte le parti in Libia a rispettare pienamente il diritto umanitario internazionale e i diritti umani, a proteggere i civili e le infrastrutture civili, gli sfollati interni, i migranti, i rifugiati, i richiedenti asilo e i prigionieri, anche attraverso l’impegno con entità delle Nazioni Unite” (punto 43). Si richiede, inoltre, “uno screening di tutti i detenuti e l’immediato rilascio di tutti coloro che sono detenuti illegalmente o arbitrariamente” (punto 44). In merito al dossier dei migranti, il testo chiede “alle autorità libiche di chiudere i centri di detenzione per migranti e richiedenti asilo, allineando i quadri legislativi su migrazione e asilo al diritto internazionale e agli standard e ai principi riconosciuti a livello internazionale” (punto 45).

Redazione. (Nova News)