Libia: i fratelli Kani, sospettati delle fosse comuni a Tarhuna, inviati da Haftar a Sebha

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I miliziani della Settima Brigata, meglio nota come Brigata Kanyat, comandati dai “fratelli Kani”, sospettati delle fosse comuni ritrovate a Tarhuna, sarebbero giunti nella città di Sebha, capoluogo della regione meridionale libica del Fezzan, con una colonna di mezzi dell’autoproclamato Esercito nazionale libico del generale Khalifa Haftar: uno dei loro compiti sarebbe quello di fare piazza pulita degli ufficiali vicini al precedente Governo di accordo nazionale (Gna). Lo rivela in un’intervista esclusiva ad “Agenzia Nova” Ahmid al Ataibi, comandante della regione militare di Sebha sotto il ministero della Difesa del governo di unità nazionale libico. “Lunghe colonne di mezzi giungono in continuazione dalla regione orientale quasi ogni giorno”, afferma Al Ataibi, indicando come una settimana fa siano giunte nuove unità dalla regione di Jufra. Finora, ha stimato il comandante, sono arrivati a Sebha più di 400 veicoli armati, inclusi alcuni mezzi della Brigata Kanyat. Vale la pena ricordare che Mohammed Khalifa al Kani, nato nel 1979, e il fratello Abderrahim al Kani, nato nel 1997, sono sotto sanzioni da parte dell’Unione europea, degli Stati Uniti e del Regno Unito per gravi abusi e violazioni dei diritti umani perpetrati nella città libica di Tarhuna, circa 60 chilometri a sud-est di Tripoli, da loro controllata tra il 2015 e il giugno del 2020. Finora i corpi di oltre 140 persone, tra cui donne e bambini, sono stati rinvenuti dalle fosse comune di questa città ex roccaforte di Haftar nel conflitto a Tripoli del 2019-2020.
Nonostante le sanzioni internazionali imposte alla milizia, il generale Haftar avrebbe permesso alla Brigata Kanyat di rimanere nella regione orientale, rifornendola di armi e veicoli. Al Ataibi spiega a “Nova” che i rinforzi giunti una settimana sono ora di stanza presso la base aerea di Tamanhint, località dove sono stati sgomberati gli edifici residenziali ed espulsi i residenti. Secondo il militare del ministero della Difesa di Tripoli, “l’obiettivo di questi convogli pesantemente armati è il controllo, da parte di Haftar, dell’intero sud e dei suoi pozzi di e petrolio”. Non solo. Al Ataybi rivela che le forze inviate dalla Cirenaica “hanno una lista di ufficiali militari del passato Governo di unità nazionale da liquidare”, confidando egli stesso di temere la sua vita. “Non ci sono solo io. Anche il nome del generale Ali Kanna, che ora è all’estero, è in cima a questa lista”. Il comandante libico afferma di essere ormai assediato, ma promette una resistenza fino all’ultimo uomo: “Non staremo a guardare. Non abbiamo nulla da perdere”.
L’ufficiale militare riferisce di aver tentato ripetutamente di contattare, senza successo, il ministero della Difesa e il capo di Stato maggiore a Tripoli per avvertirli di questa situazione disperata: “Non c’è stata alcuna risposta da questo governo. Eppure gli abbiamo scritto e li abbiamo avvertiti più volte”. Al Ataybi aggiunge a “Nova” che uno dei ministri del governo di unità nazionale si sarebbe recato nella città di Bengasi, roccaforte di Haftar, con un membro del Foro di dialogo politico libico (l’organismo patrocinato dall’Onu che ha nominato le attuali autorità esecutive ad interim) dove ha incontrato Saddam Haftar, figlio del comandante dell’Lna, chiedendogli di inviare forze a Merzuq e Sebha “per ragioni sconosciute”. Il comandante della regione militare di Sebha denuncia infine che il carburante inviato dall’azienda Brega Oil Company al deposito petrolifero di Sebha non rifornisce affatto i cittadini, ma viene sequestrato dagli uomini di Haftar che ne fanno ciò che vogliono.
Redazione. (Nova News)