(Roma, 26 aprile 2021). Doha sta continuando a sostenere Ankara nel settore della difesa. Secondo fonti turche, definite ben informate, l’ultimo progetto finanziato da investimenti qatarioti riguarda ‘Akıncı Tiha’, un drone militare ad alta quota e a lunga durata, che potrebbe essere dotato anche di missili da crociera.
In particolare, fonti turche hanno riferito al quotidiano al-Arab che, attraverso la visita inaspettata del capo della Turkish Defence Industries Corporation, Ismail Demir, in Qatar, il 21 aprile, Ankara ha voluto garantirsi i finanziamenti di Doha per lo sviluppo e l’implementazione del progetto relativo ai droni Akinci, considerati il principale veicolo aereo per la sorveglianza nel prossimo decennio. Nel corso del meeting, Demir avrebbe mostrato il progetto del drone, sottolineando l’intenzione di rendere il velivolo una sorta di “aereo cisterna” equipaggiato con diverse tipologie di armamenti. Tra gli interlocutori vi è stato il capo di stato maggiore del Qatar, Ghanem Bin Shaheen al-Ghanem, con cui Demir ha preso in esame uno schema di finanziamento indiretto, che prevede l’acquisto di una serie di droni Akinci da parte di Doha. Inoltre, le due parti hanno discusso delle prospettive di cooperazione tra le forze armate del Qatar e la compagnia turca e dei modi per rafforzare ulteriormente questi legami.
Il mezzo oggetto dell’intesa, un velivolo multiruolo senza pilota definito “relativamente grande”, è in fase di costruzione presso la Baykar Makina, una società di proprietà della famiglia di Selcuk Bayraktar, il genero del presidente turco, Recep Tayyip Erdogan. La Defense Industries Corporation ha già iniziato a testare il drone con armi di diverso tipo, mentre ha annunciato di aver effettuato con successo test di materiale intelligente sul nuovo drone e che sono in corso lavori per sviluppare munizioni MIM-T, migliorare l’efficienza delle loro testate e aumentare la loro portata.
Si prevede che Akinci avrà un peso massimo al decollo di 4,5 tonnellate, una capacità di carico utile di 1.350 chilogrammi e sarà alimentato da due motori turboelica ucraini, Ivchenko-Progress AI-450C. Circa le capacità del drone, questo è in grado di raggiungere i 12 km di quota e la sua autonomia dura 24 ore, il che significa che il mezzo sarà immune ai sistemi di difesa aerea a corto raggio. Inoltre, Akinci potrebbe consentire all’esercito turco di utilizzare un’elevata potenza distruttiva e una guida di precisione contro obiettivi fino a 800 chilometri di distanza. Questo anche grazie ai sistemi di cui verrà disposto, tra cui un radar multi-ruolo a scansione elettronica, un radar SAR/GMTI, un’ampia gamma di munizioni aria-terra tra cui MAM-L, MAM-C, CIRIT, bombe generiche Mk81 e Mk82 e munizioni intelligenti. Non da ultimo, anche il missile da crociera SOM-A di Roketsan potrebbe essere integrato nell’Akinci.
L’interesse del Qatar per gli armamenti della Turchia deriva dalla buona performance dei droni turchi in diversi fronti di combattimento, dalla Libia alla Siria all’Iraq, così come nel conflitto del Nagorno- Karabach, dove Ankara ha mostrato di fare sempre più affidamento sui droni, considerandoli tra i più importanti asset militari-industriali che sostengono la sua ascesa come potenza regionale. Secondo alcuni esperti, l’uso dei droni da parte della Turchia “cambierà la natura del potere terrestre”, in modo da minare le strutture di forza esistenti, così come avvenuto con l’Astrocorazzata, che ha reso obsolete le precedenti classi di corazzate, o con la portaerei, che ha reso le stesse navi da guerra obsolete all’inizio della Seconda guerra mondiale.
Tra i dispositivi impiegati dalla Turchia nei diversi contesti vi è stato un aeromobile a pilotaggio remoto, Bayraktar TB2, anch’esso sviluppato dalla Baykar Technologies, destinato alle operazioni di monitoraggio a lunga autonomia e a medie altitudini. Si tratta del primo UAV hunter-killer costruito completamente da Ankara, e che ha suscitato richieste di Paesi quali l’Azerbaigian, l’Ucraina, il Qatar e la Libia. Ad oggi, le due società turche attive nel campo della difesa, Bayraktar e Roketsan, stanno lavorando alla produzione di veicoli e al loro equipaggiamento come parte di un programma che sta suscitando un notevole interesse da parte di numerosi potenziali acquirenti, tra cui il Qatar.
A livello militare, l’asse Doha-Ankara è stato particolarmente rafforzato nel mese di giugno 2017, con un accordo, approvato e ratificato sia dal Parlamento turco sia dal presidente Erdogan, il quale prevede la creazione di un meccanismo volto a rafforzare la formazione militare dei due Paesi, attraverso esercitazioni militari congiunte e il reciproco invio di truppe. Risale al mese di giugno 2014 l’annuncio di un primo accordo di cooperazione militare, riguardante soprattutto attività di addestramento e la cooperazione nell’industria della difesa, che ha consentito alla Turchia di inviare propri soldati nel Paese del Golfo, al fine di contribuire a realizzare la pace a livello regionale, i quali sono stanziati in due basi, “Al-Rayyan” e “Tariq bin Ziyad”.
Piera Laurenza. (Sicurezza Internazionale)