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Turchia: la Banca centrale aumenta i tassi di interesse

La Banca centrale della Turchia ha, ancora una volta, aumentato il proprio tasso di riferimento, nel quadro di una “forte stretta di politica monetaria” volta a contrastare la svalutazione della moneta locale, la lira, rispetto al dollaro, e l’inflazione dei prezzi al consumo. La mossa è giunta il 18 marzo, data in cui la Commissione per la politica monetaria, guidata dal governatore Naci Agbal, ha innalzato il tasso pronti contro termine a una settimana di 200 punti base, passando dal 17% al 19%. Ventuno analisti avevano previsto un rialzo di soli 100 punti base al 18%. Tuttavia, come dichiarato in una nota, considerando i crescenti rischi di fronte alle aspettative di inflazione, la Banca centrale ha deciso di mettere in atto politiche di restrizione aggiuntive. Tale politica, è stato precisato, verrà attuata fino a quando gli indicatori non mostreranno un calo permanente dell’inflazione e, laddove necessario, verranno attuate ulteriori strette. Secondo alcuni, la mossa della Banca centrale del 18 marzo mira a rafforzare la fiducia degli investitori sia al dettaglio sia stranieri, in contrasto con uno scenario caratterizzato da pressioni interne contrarie a ulteriori innalzamenti dei tassi di interesse. Appena diffusa la decisione della Commissione turca, il valore della lira è aumentato del 2,2%, toccando 7,3393 lire per dollaro alle 14:14 del 18 marzo, ad Istanbul. È dal mese di febbraio che la Turchia ha nuovamente assistito a un perdurante calo della propria valuta nazionale. A tal proposito, il 25 febbraio il tasso di cambio è stato pari a 7,1 lire rispetto al dollaro USA. Tra le motivazioni alla base della svalutazione vi è la debolezza della lira già registrata nel corso del 2020 e il rialzo dei prezzi del petrolio. In particolare, nel corso del 2020, la valuta turca ha perso circa il 30% del suo valore, e la situazione era peggiorata proprio dopo l’innalzamento dei tassi di interesse da parte della Banca centrale.

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