L’Iran continua a mobilitarsi: nuove esercitazioni nel Golfo di Oman

0
678

(Roma 19 gennaio 2021). Le forze di terra dell’esercito iraniano inizieranno, martedì 19 gennaio, esercitazioni “annuali” sulle rive del Golfo di Oman, nel Sud-Est del Paese. Si prevede che queste dureranno fino al 20 gennaio, giorno dell’insediamento del presidente statunitense neoeletto, Joe Biden, alla Casa Bianca.

La notizia è stata riferita dalle forze iraniane stesse, il giorno precedente l’inizio delle operazioni, il 18 gennaio, in un momento in cui l’uscita di scena di Donald Trump continua a suscitare il timore di nuove tensioni, alla luce della politica di massima pressione esercitata su Teheran dal presidente uscente nel corso del suo mandato. Il comandante delle forze di terra, il generale Kioumars Heydari, ha affermato che le esercitazioni del 19 e 20 gennaio, soprannominate “Iqtidar 99”, includeranno attività di addestramento per le truppe aviotrasportate, le forze speciali e le forze di reazione rapida, e, per la prima volta, vi saranno “esercitazioni di tipo offensivo sulle coste del Mare di Oman” e, nello specifico nella regione Sud-orientale di Makran. A detta di Heydari, scopo dell’operazione è valutare la velocità di movimento delle forze di terra, oltre alle loro capacità di attacco e di reazione rapida, “sulla costa del nemico”. Si prevede che le forze iraniane effettueranno “operazioni aeree mobili e operazioni di infiltrazione in superficie e sotto la superficie”, mentre si mobiliteranno verso obiettivi navali “nemici”.

In realtà, nel corso delle ultime settimane le forze iraniane, comprese quelle del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica (IRGC) hanno condotto diverse esercitazioni, tra cui anche navali, volte a testare gli armamenti in loro possesso, missili e droni in primis, nelle acque del Golfo Arabico, del Golfo di Oman e in vaste aree del Paese. Nel corso di una delle ultime esercitazioni, il 15 e 16 gennaio, sono stati testati droni suicidi e missili da crociera navali, oltre a missili balistici, lanciati perlopiù dalle forze dell’IRGC, a una distanza di 1.800 km, raggiungendo l’Oceano Indiano, e precipitando a decine di miglia dalla portaerei statunitense Nimitz. Quest’ultima, stando a quanto riferito il 3 gennaio da Washington, continua a sostare nell’area operativa del Comando Centrale degli Stati Uniti.

Una simile mobilitazione ha avuto inizio in concomitanza con l’anniversario della morte del generale iraniano a capo della Quds Force, Qassem Soleimani, ucciso, il 3 gennaio 2020, in un raid ordinato da Donald Trump contro l’aeroporto internazionale di Baghdad. In tale occasione, ha perso la vita anche il vicecomandante delle Forze di Mobilitazione Popolare, Abu Mahdi al-Muhandis.

Da parte sua, nelle ultime settimane, Washington ha più volte inviato bombardieri B-52 verso la regione del Golfo. Tuttavia, per un comandante militare dell’IRGC, nonché Capo di Stato Maggiore delle Forze Armate iraniane, il generale Mohammad Bagheri, tali bombardieri non hanno “alcun valore” dal punto di vista militare. Per il generale iraniano, Washington starebbe cercando di mettere in mostra le proprie capacità militari perché, in realtà, teme le capacità difensive dell’Iran, il quale è pronto a rispondere a qualsiasi tipo di minaccia.

Nel corso dell’esercitazione del 13 gennaio, Teheran ha altresì mostrato la più grande imbarcazione posseduta dalla Marina iraniana. Si tratta di IRIS Makran, lunga circa 228 metri, la quale risulta essere più grande rispetto alle imbarcazioni fino ad ora svelate dal Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica. In precedenza, l’imbarcazione era una petroliera, ma le operazioni di conversione ed equipaggiamento le hanno conferito capacità offensive e difensive. In particolare, Makran, prodotta da “industrie militari navali strategiche dell’esercito iraniano”, può trasportare fino a sei elicotteri ed è in grado di viaggiare per tre anni senza attraccare. Si prevede opererà soprattutto nelle acque dell’Oceano Indiano settentrionale, nello stretto di Bab al-Mandeb e nel Mar Rosso, fornendo supporto logistico, svolgendo missioni di ricerca e salvataggio, trasportando forze speciali, offrendo assistenza medica, o agendo come base per imbarcazioni veloci.

Piera Laurenza. (Sicurezza Internazionale)

(Foto-Libertà)