L’annuncio della Libyan National Oil Corporation (Noc) di espandere gli investimenti della compagnia francese Total di Libia e le non meglio precisate “intese di sicurezza” raggiunte a Parigi da esponenti del governo di Tripoli hanno suscitato scalpore in Libia. L’azienda petrolifera statale libica ha spiegato di aver discusso con Total degli sforzi per “aumentare la capacità di produzione e aumentare i tassi di produzione ai massimi livelli”. L’output del Paese nordafricano è effettivamente tornato a circa 1,25 milioni di barili al giorno, riferisce la Noc, quasi la stessa quantità che la Libia produceva prima che precipitasse nel caos politico e nella guerra civile quasi un decennio fa. La rapida ripresa dei flussi petroliferi libici – la produzione era inferiore a 100.000 barili al giorno all’inizio di settembre – ha sorpreso gli esperti, superato le previsioni degli analisti e attirato l’interesse delle major. In questo contesto, Noc riferisce che la società francese “ha espresso il desiderio di Total di espandere la propria base di investimenti in Libia », si legge nella nota. Secondo l’attivista libico pro-democrazia Ahmed Sewehli, “la Libia è l’unico paese al mondo che fa accordi con i suoi nemici invece che con i suoi alleati”. (Nova)