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Allarme a Washington : «Spie russe verso gli USA». E la Cina punta agli 007 «tagliati» da Musk

(Roma, 02 marzo 2025). Funzionari e 007 Usa riferiscono l’allarme per il dialogo con Mosca e per le vulnerabilità create dai licenziamenti di massa approvati dall’amministrazione Trump

Una tempesta perfetta di fattori esterni e interni espone la sicurezza nazionale Usa a rischi dalla portata incalcolabile. Come riporta in esclusiva la Cnn in due separate inchieste pubblicate nelle stesse ore in cui i rapporti tra Washington e Kiev raggiungono il minimo storico, funzionari e 007 americani hanno espresso la loro preoccupazione per le conseguenze del riavvicinamento in corso tra Stati Uniti e Russia, da un lato, e per gli effetti dei licenziamenti di massa del personale federale approvati dall’amministrazione repubblicana, dall’altro.

La telefonata intercorsa tra Trump e Putin tre settimane fa e il successivo vertice a Riad tra le delegazioni dei due Paesi, il primo dall’inizio del conflitto in Ucraina, hanno sconcertato ucraini ed europei per la loro esclusione dal dialogo con il Cremlino. Lo scongelamento delle relazioni con la Federazione ordinato dal tycoon dopo il suo insediamento è proseguito con un incontro avvenuto giovedì scorso a Istanbul che, pur non avendo ricevendo la stessa attenzione mediatica di quello saudita, ha confermato la serietà delle intenzioni dell’amministrazione repubblicana e ha portato a galla dei pericoli di cui la Casa Bianca non sembra essere consapevole.

Punto centrale nell’agenda del meeting in Turchia è stato l’esame delle misure che dovrebbero portare alla normalizzazione delle relazioni tra le due superpotenze. Il dipartimento di Stato Usa ha reso noto con una certa soddisfazione che si sono registrati dei colloqui “costruttivi” e ha precisato che un nuovo incontro verrà convocato “a breve”. Nel frattempo Washington ha concesso il gradimento diplomatico al nuovo ambasciatore russo, Alexander Darchiev, in una posizione che è rimasta scoperta per oltre quattro mesi.

Il ritorno dei russi negli USA

Proprio in merito al reset dei rapporti con Mosca, ex funzionari e attuali membri del governo statunitense, oltre ad elementi di altri Paesi occidentali, hanno avvertito che il Cremlino non vede l’ora di reinsediare in America le sue spie, ufficialmente inquadrate come rappresentanti diplomatici, in ambasciate e consolati a Washington, New York, Houston e San Francisco. Un obbiettivo che Putin ha non ha mai perso di vista da quando, un decennio fa, sono cominciate le espulsioni, subito reciprocate, del personale russo dislocato negli uffici di rappresentanza all’estero come ritorsione per le mosse ostili della Federazione in Ucraina. Dal 2016 sono oltre 100 i diplomatici russi sospettati di attività di spionaggio espulsi dagli Usa. Anche l’Europa a seguito dello scoppio della guerra in Ucraina ha adottato misure dello stesso tenore.

Mosca ha fatto sapere che, dopo Riad e Istanbul, confermerà un nuovo incontro ad alto livello con gli americani solo quando verranno raggiunti “sostanziali progressi” sulla questione relativa alla presenza russa negli Stati Uniti. Una fonte del Congresso ha dichiarato alla Cnn che è « assolutamente ridicolo” che tale argomento sia in discussione ”considerato quanto sarebbe pericoloso per la sicurezza nazionale americana e quanta capacità di controspionaggio in più richiederebbe da parte dell’Fbi”. E per il Bureau, già alle prese con le difficoltà dei tagli al personale, non potrebbe esserci momento peggiore.

Il boomerang dei licenziamenti

L’intelligence Usa ha poi lanciato un allarme che riguarda da vicino la campagna di licenziamenti massicci sostenuta da Trump. Infatti, secondo gli 007, avversari stranieri tra cui Russia e Cina « hanno di recente ordinato ai loro servizi segreti di intensificare il reclutamento di dipendenti federali statunitensi impegnati nella sicurezza nazionale prendendo di mira coloro che sono stati licenziati o che pensano potrebbero esserlo a breve ». Il personale dismesso o in prova con accesso ad informazioni riservate sulle infrastrutture critiche o sulla burocrazia governativa sarebbe uno dei target privilegiati di Mosca e Pechino.

In un documento redatto dal Naval Criminal Investigative Service si legge che la comunità dell’intelligence ritiene con « elevata sicurezza » che i rivali di Washington stiano cercando di reclutare lavoratori federali e di « capitalizzare » sui licenziamenti di massa approvati dalla Casa Bianca dando la caccia alle potenziali talpe persino su LinkedIn e TikTok.

Testimonianze citate dall’emittente all news di Atlanta affermano inoltre che i dipendenti « in questo momento sono al massimo della loro vulnerabilità » e « rappresentano obbiettivi incredibilmente allettanti » per gli avversari dell’America.

Di Valerio Chiapparino. (Il Giornale)

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