(Roma, 02 febbraio 2025). Il premier israeliano sarà il primo leader a incontrare Trump alla Casa Bianca dall’inizio del suo secondo mandato
Le decisioni che Israele ha preso durante la guerra “hanno già cambiato il volto del Medio Oriente: le nostre scelte e il coraggio dei nostri militari hanno ridisegnato la mappa, ma credo che lavorando a stretto contatto con il presidente Trump possiamo ridisegnarla ulteriormente, in meglio”. Lo ha detto ai giornalisti il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, prima di decollare per gli Stati Uniti, dove martedì 4 febbraio dovrebbe incontrare il presidente Donald Trump. Gli incontri a Washington, ha spiegato, “affronteranno questioni importanti e critiche che riguardano Israele e la regione: la vittoria su Hamas, il rilascio di tutti i nostri ostaggi e la gestione dell’asse terroristico iraniano in tutte le sue componenti, un asse che minaccia la pace di Israele, del Medio Oriente e del mondo intero”. Netanyahu ha sottolineato che il fatto di essere il primo leader a incontrare Trump alla Casa Bianca dall’inizio del suo secondo mandato come presidente Usa “testimonia la forza dell’alleanza israelo-statunitense” ed “è anche una testimonianza della forza dell’amicizia personale”. “Credo che possiamo rafforzare la sicurezza, ampliare il cerchio della pace e raggiungere una straordinaria era pacifica “, ha affermato il premier israeliano.
Come riporta il quotidiano “Times of Israel”, Netanyahu è decollato stamane per Washington a bordo dell’aereo di Stato Wing of Zion, accompagnato dal ministro per gli Affari strategici Ron Dermer, dal consigliere diplomatico Ophir Falk, dal capo di Stato maggiore Tzachi Braverman, dal segretario militare, maggiore generale Roman Gofman, e da altri funzionari di alto livello, come il coordinatore per gli ostaggi Gal Hirsch. Presente anche il cardiologo senior dello Sheba Medical Center, Eyal Heller. L’ufficio del premier israeliano non ha rilasciato dichiarazioni sulla motivazione della sua presenza, ma come osserva “Times of Israel” ciò potrebbe indicare la volontà di tenere sotto controllo la salute di Netanyahu, considerando che nel 2023 è stato dotato di un peacemaker e che lo scorso dicembre si è sottoposto a un intervento chirurgico per l’asportazione della prostata.