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Il consiglio di sicurezza ONU chiede aiuti umanitari a Gaza ma niente tregua

(Roma, 22.12.2023). Deluso Guterres « l’unica via è un cessate il fuoco umanitario ». Usa e Russia si astengono. Nel testo salta la richiesta di un immediato stop ai combattimenti

Dopo feroci negoziati, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha chiesto la consegna « su larga scala » di aiuti umanitari a Gaza, senza chiedere un cessate il fuoco immediato, a cui si erano opposti gli Stati Uniti.

La risoluzione adottata con 13 voti a favore, nessuno contrario e due astensioni (Stati Uniti e Russia) « chiede a tutte le parti di autorizzare e facilitare la consegna immediata, sicura e senza ostacoli di assistenza umanitaria su larga scala » a Gaza e chiede « urgentemente adottare » misure al riguardo e « creare le condizioni per una cessazione duratura delle ostilità ».

Il testo prevede inoltre l’utilizzo di « tutte le vie di accesso e di circolazione disponibili in tutta la Striscia di Gaza » per la consegna di carburante, cibo e attrezzature mediche in tutto il territorio dell’enclave palestinese.

« Sappiamo che non è un testo perfetto e che solo un cessate il fuoco metterà fine alle sofferenze », ha commentato l’ambasciatrice degli Emirati Lana Zaki Nusseibeh, promotrice della risoluzione. « Se non prendiamo misure drastiche, ci sarà la carestia a Gaza », e questo testo « risponde con i fatti alla disperata situazione umanitaria del popolo palestinese », ha aggiunto la diplomatica, prima del voto al Palazzo di Vetro a New York.

La risoluzione, frutto di lunghe discussioni sotto la minaccia di un nuovo veto americano, è stata annacquata rispetto alla versione più ambiziosa proposta domenica dagli Emirati. È scomparso il riferimento a una « cessazione urgente e duratura delle ostilità », presente nel testo di domenica, così come la richiesta meno diretta, in una versione successiva, di una « sospensione urgente delle ostilità ».

Un emendamento russo che voleva rilanciare l’appello per una « sospensione urgente delle ostilità » è stato bloccato dagli Stati Uniti, che hanno posto il veto. I membri del Consiglio di Sicurezza hanno voluto evitare un nuovo veto americano, mentre gli abitanti della Striscia di Gaza, bombardati dalle forze israeliane in rappresaglia al sanguinoso e senza precedenti attacco di Hamas del 7 ottobre, sono ora a rischio carestia. Il Consiglio di Sicurezza è stato ampiamente criticato per la sua inerzia dall’inizio della guerra.

I negoziati su questa nuova risoluzione sono stati intensi anche riguardo ai termini della creazione di un meccanismo di monitoraggio per garantire la natura « umanitaria » degli aiuti. Israele, che vuole mantenere il controllo sui convogli umanitari, si è opposto al fatto che l’Onu fosse l’unica responsabile di questo meccanismo.

La versione adottata propone un sistema sotto l’egida di un « coordinatore » delle Nazioni Unite responsabile di « accelerare » il processo di consegna in « consultazione » con le parti. Altro punto delicato, l’assenza, ancora una volta nel testo, di una condanna – e anche del nome – di Hamas, deprecata da Israele e Stati Uniti. Il testo deplora « tutti gli atti di terrorismo » così come « tutti gli attacchi contro i civili » e chiede il rilascio « incondizionato » di tutti gli ostaggi.

(AGI)

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