Libano: la proroga del mandato del capo dell’esercito sembra fatta. E una tregua ?

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(Roma, 10.12.2023). Come abbiamo annunciato il 6 dicembre, sembra certo che il generale Joseph Aoun rimarrà alla guida dell’esercito per un altro anno. L’Ufficio di presidenza dell’Assemblea nazionale si riunirà lunedì per preparare la sessione plenaria di giovedì prossimo

Come abbiamo spiegato nella nostra analisi del 6 dicembre, è stato confermato che si terrà una sessione legislativa in Parlamento per modificare l’età pensionabile del Comandante in capo dell’esercito, che permetterà al generale Joseph Aoun di rimanere in carica per un altro anno. La sessione sarà probabilmente programmata per giovedì prossimo, alla luce dei risultati della riunione dell’Ufficio di presidenza dell’Assemblea prevista per lunedì.

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Fonti che seguono da vicino la vicenda hanno fatto sapere che il progetto di rinnovo è già definito e non negoziabile dopo che si sono levate le voci di diversi parlamentari del Movimento Patriottico Libero (MPL) contrari al prolungamento del mandato di Joseph Aoun, e che l’MPL deve adeguarsi alle esigenze nazionali, lontano da egoismi e calcoli politici.

A Parigi si commincia a parlare ora della fase post-proroga del mandato del generale Joseph Aoun, l’entità delle reazioni attese all’approvazione di tale legge. I dubbi su quella misura è che il comandante dell’esercito diventi un candidato presidenziale, il che potrebbe portare ad abbandonare il vecchio tentativo di elegere candidati come Frangié, Mouawad e Azour. Il generale Joseph Aoun si troverebbe nell’arena contro un altro candidato che sta uscendo alla ribalta il general delle forze di Sicurezza Elias Baïssari.

Il generale Baïssari ultimamente nominato incaricato a trattare i problemi di Sicurezza in modo “calmo” e “preciso” in modo da non intaccatre la sensibilità dei partiti politici. Il suo operato e la sua assenza nei media ha avuto risonanza sia a livello locale che internazionale. Nelle ultime ore, Baïssari risulta in modo significativo pronto a diventare « l’alternativa del posto vacante presidenziale », ma è desideroso di non provocare conflitti con nessuno dei partiti politici, perché crede che il processo di progresso del Libano non possa tollerare la discordia o conflitto, ma richiede piuttosto gli sforzi concertati di tutti per portare a termine con successo questo difficile compito e affrontare le future pericolose sfide regionali.

(Roma). Di Paolo S