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Il Brasile finisce nel triangolo di fuoco Israele-Hamas-Hezbollah

(Roma, 28.11.2023). Il Medioriente è il principale teatro delle guerre irano-israeliane dal 1979, l’anno della Rivoluzione khomeinista, ma mai è stato l’unico. Molte sono le regioni che, negli anni, sono state attratte contro il loro volere in quella che è una delle rivalità più feroci della contemporaneità. Europa orientale. Sahel. Corno d’Africa. Latinoamerica.

La rilevanza nel giardino di casa degli Stati Uniti all’interno della guerra tiepida tra Tel Aviv e Tehran è divenuta di dominio pubblico nei primi anni Novanta, coi due sanguinosi attentati antiebraici di Buenos Aires, e non è diminuita con lo scorrere del tempo. Uomini di giustizia hanno trovato la morte indagando sulla presenza iraniana in Sudamerica. E di recente, tra il 7 e l’8 novembre, dei presunti 007 di Hezbollah sono stati arrestati in Brasile con l’accusa di preparare attentati contro obiettivi israeliani.

Hezbollah verdeoro

Il Sudamerica è una delle storiche trincee della guerra tiepida tra Israele e Iran ed è, più nello specifico, la più grande centrale operativa di Hezbollah al di fuori del Medioriente. Lo rammentano le operazioni antiterrorismo che avvengono a cadenza periodica, come quella che, tra il 7 e l’8 novembre, ha condotto alla traduzione in arresto di due cittadini brasiliani di origini libanesi.

I due arabo-brasiliani erano appena tornati da Beirut, dove, secondo i servizi segreti brasiliani, avevano ricevuto l’ordine di pianificare attacchi contro obiettivi israeliani, o ebraici, in terra carioca. Ordine che, però, non hanno fatto in tempo ad eseguire: la prontezza degli 007 brasiliani, apparentemente allertati dal Mossad, ha mandato all’aria la trama omicida.

La storia non è nata e morta tra il 7 e l’8 novembre. Il mese, invero, è proseguito con la conduzione di perquisizioni domiciliari a tappeto in tutto il Brasile presso indirizzi di cittadini brasiliani ritenuti in odore di Iran. Operazioni che hanno interessato, in particolare, le regioni-chiave di São Paulo e Minas Gerais e il distretto federale della capitale.

Latinoamerica, l’altra trincea della guerra Iran-Israele

Attentati portati a segno e attentati sventati, omicidi irrisolti, suicidi sospetti, avvistamenti credibili di ricercati internazionali. La storia semisconosciuta del capitolo sudamericano delle guerre irano-israeliane è una sequela di pagine di misteri, intrighi politici e stragi, alla quale si somma, nel 2023, l’operazione antiterrorismo contro l’ala verdeoro di Hezbollah.

Tanto e differente è il sangue che è stato versato nei decenni in Sudamerica a causa delle guerre irano-israeliane. I trenta caduti nei pressi dell’ambasciata israeliana di Buenos Aires nel 1992. Gli ottantacinque morti dell’Associazione Mutualità Israelita Argentina nel 1994. I ventuno morti a bordo dell’Alas Chiricanas Flight 00901 nel 1994. Il procuratore Alberto Nisman nel 2015.

Gli 007 israeliani e brasiliani, a questo giro, hanno battuto il nemico sul tempo. Ma l’aggravamento dello scontro Tel Aviv-Tehran, se accompagnato da un’internazionalizzazione in stile primi anni Novanta, potrebbe incoraggiare i proxy iraniani in loco a ritentare altre azioni in futuro. A novembre è stata vinta una battaglia, non la guerra.

Di Emanuel Pietrobon. (Inside Over)

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