L'actualité du Proche et Moyen-Orient et Afrique du Nord

Chi è Yahya Sinwar, il capo dei terroristi di Hamas nella Striscia di Gaza, «il prescelto di Dio»

(Roma, 11.11.2023). Yahya Sinwar è stato eletto alla guida del movimento nel 2017 e nel 2021. Ha dominato la Striscia con il suo innato carisma e una politica di terrore

L’esercito israeliano stringe la tenaglia attorno all’ospedale al-Shifa, il più grande di Gaza. Secondo i servizi di Tel Aviv, nei sotterranei della struttura si nasconde il nemico numero uno dello Stato ebraico: il capo di Hamas, Yahya Sinwar. Soprannominato « il macellaio di Khan Yunis », è il trofeo che Benjamin Netanyahu vuole consegnare al popolo israeliano e probabile la mente dietro agli attacchi del 7 ottobre. “È il volto del male, come Osama Bin Laden. Questo attacco è una sua idea e noi lo troveremo”, dichiara il portavoce delle Idf Richard Hecht all’indomani del massacro dello Shabbat. Di lui, si ricorda una frase in particolare: “Abbatteremo il confine con Israele e strapperemo il cuore dai loro corpi”.

Il fatto che il “morto che cammina”, come più volte lo ha apostrofato il premier di Tel Aviv, sia ancora a piede libero nella Striscia è uno dei motivi per cui lo Israele non ha ancora dato il via libera allo scambio tra ostaggi e prigionieri palestinesi. Spietato e dichiarato ufficialmente “nemico dello Stato ebraico”, Sinwar nasce nel 1962 nel campo profughi di Khan Yunis, lo stesso luogo dove è venuto alla luce anche l’attuale capo delle brigate al-Qassam Mohammed Deif. La sua famiglia è originaria di Ashkelon, costretta a migrare all’interno dell’exclave dalle autorità israeliane. Finisce per la prima volta nelle carceri ebraiche nel 1982, a causa della sua vicinanza con Salah Shehadeh, che dall’’87 in poi sarà uno dei leader più influenti di Hamas e capo del suo braccio armato. Nel 1989, Sinwar viene di nuovo rinchiuso per l’assassinio di quatto palestinesi considerati traditori. “Portammo Ramsi, accusato di averci venduto, in un luogo deserto fuori Khan Younis, scavammo una fossa, lo strangolai con una kefiah e lo seppellimmo. Meritava di morire”, racconta alle autorità israeliane.

Il “macellaio” viene liberato nel 2011 assieme ad altri mille detenuti palestinesi in cambio del rilascio del caporale delle Idf Gilad Shalit, prigioniero dell’organizzazione terroristica dal 1994. Svolge il ruolo di consigliere per il fondatore di Hamas, lo sceicco Ahmed Yassin, fino alla sua elezione come guida del movimento nel 2017 al posto di Ismail Haniyeh. Viene poi riconfermato nella sua posizione nel 2021.

« Il modo in cui cammina per le strade, il fatto che accetti di immergersi tra la gente, di lasciarsi toccare. Sono tutti elementi nuovi”, dicono fonti del quotidiano Haaretz dopo la tregua di due anni fa. “Sta creando il suo mito personale, parla di sé come il prescelto da Dio: è lui che deve combattere per Gerusalemme in nome dei musulmani”. Carisma e terrore sono i due elementi su cui Sinwar fonda il suo dominio della Striscia, che però sembra avere le ore contate.

Di Filippo Jacopo Carpani. (Il Giornale)

Recevez notre newsletter et les alertes de Mena News


À lire sur le même thème