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Gabon: fonti stampa, il presidente deposto Ali Bongo aveva dato il consenso ad installare una base militare cinese

(Roma, 08.09.2023). Lo afferma il sito d’inchiesta « Africa Intelligence », citando fonti secondo cui il complesso militare sarebbe stato affidato alla Marina dell’Esercito popolare di liberazione che avrebbe dovuto stabilire la sua prima base sulla costa atlantica e la seconda nel continente, dopo quella di Gibuti

Poco prima della sua estromissione avvenuta con il colpo di Stato dello scorso 30 agosto, il presidente deposto del Gabon, Ali Bongo Ondimba, aveva dato il suo consenso orale all’omologo cinese Xi Jinping per l’installazione di una base navale di Pechino nella penisola di Mandji, a Port-Gentil. Lo afferma oggi il sito d’inchiesta “Africa Intelligence”, citando fonti secondo cui il complesso militare sarebbe stato affidato alla Marina dell’Esercito popolare di liberazione (Mapl) che avrebbe dovuto stabilire la sua prima base sulla costa atlantica e la seconda nel continente, dopo quella di Gibuti.

Stando alle stesse fonti, dopo i negoziati, iniziati diversi mesi fa, Bongo aveva dato il suo accordo orale. Resta ora da capire se la giunta militare guidata dal generale Brice Oligui Nguema, salito al potere dopo il golpe, darà o meno il suo benestare alla realizzazione del progetto. Da parte loro, scrive “Africa Intelligence”, gli Stati Uniti e la Francia avevano già espresso le loro preoccupazioni sulla questione.

Nel marzo 2022 Stephen Townsend, ex capo del Comando usa per l’Africa (Africom), aveva interrogato la Camera dei rappresentanti sulla potenziale presenza di Pechino nel Golfo di Guinea. Da parte sua Alexis Lamek, ambasciatore francese in Gabon, avrebbe recentemente approfittato del suo incontro con il capo del Comitato per la transizione e il ripristino delle istituzioni (Ctri) per esprimere ancora una volta il rifiuto del suo Paese alla riuscita di un simile progetto. Nel luglio scorso, inoltre, l’ammiraglio Pierre Vandier, ex capo di Stato maggiore della Marina francese, sarebbe stato inviato dall’Eliseo a Libreville per cercare di dissuadere Ali Bongo. I cinesi, da parte loro, dovrebbero rafforzare la loro attività di lobbying presso il presidente della Transizione in Gabon. Se quest’ultimo rifiutasse, Pechino potrebbe rivolgersi alla Guinea Equatoriale, con cui le trattative erano state avviate prima dell’offerta di Libreville.

Intanto, i militari che hanno preso il potere hanno messo fine agli arresti domiciliari di Ali Bongo Ondimba, annunciando che ora è “libero di muoversi”. In un comunicato letto l’altro ieri alla televisione di Stato, il portavoce della giunta militare, colonnello Ulrich Manfoumbi, ha precisato che la decisione è stata presa tenendo conto dello “stato di salute” del presidente deposto. “Se lo desidera, potrà recarsi all’estero per controlli medici”, ha aggiunto il portavoce. Ali Bongo Ondimba era tenuto agli arresti domiciliari dallo scorso 30 agosto, giorno in cui un gruppo di militari guidati dal capo della Guardia presidenziale ed attuale presidente della transizione, generale Brice Oligui Nguema, ha preso il potere con la forza annunciando la deposizione di Bongo, la sospensione della Costituzione in vigore e la chiusura delle frontiere terrestri.

Il rilascio del presidente è stato chiesto con forza da diversi organismi continentali e regionali – l’Unione africana, la Comunità economica dei Paesi membri dell’Africa occidentale (Cedeao), la Comunità economica dei Paesi dell’Africa centrale (Eccas) -, oltre che dalla comunità internazionale. Nel 2018, mentre si trovava in Arabia Saudita, Bongo ha avuto un ictus

(Nova News)

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