(Roma, 15.08.2023). L’esercito ucraino, dall’inizio della guerra scatenata dalla Russia il 24 febbraio 2022, si sta trasformando in una vera e propria creatura ibrida che unisce capacità di resistenza e tenuta del fronte di stampo sovietico ad abilità di proiezione e gestione delle risorse più specifiche (come l’intelligence) plasmate dal contatto con i nuovi alleati occidentali. E il campo delle forze speciali non fa eccezione.
Il generale Leonardo Tricarico, già capo di Stato maggiore dell’Aeronautica italiana, ha riconosciuto di recente parlando con l’AdnKronos “l’adeguata efficienza delle forze speciali ucraine, paragonabili agli standard Nato e certificate nientedimeno che dal generale John Abizaid, uno dei massimi esperti in circolazione per valutazioni di questo tipo. Non ci si deve pertanto sorprendere se ogni tanto si assista ad eventi che somigliano molto a colpi di mano di reparti speciali”. Tra i reparti più attivi nella proiezione della capacità operativa ucraina spicca, da circa un anno, il battaglione Shaman.
Parliamo di un’unità che appartiene al Primo direttorato dell’intelligence militare (Gur), l’organizzazione di servizi segreti che fa capo al ministero della Difesa e che prende il nome da “Shaman”, lo sciamano, l’ufficiale senza volto che ne sarebbe il comandante e che un anno fa parlando al blog The War Zone presentava il suo gruppo come l’alfiere della volontà ucraina di portare la guerra oltre le linee russe. Shaman sarebbe dietro diverse operazioni ardite che hanno sorpreso i russi: attacchi a infrastrutture, danneggiamenti a basi militari, esplosioni in depositi di munizioni, uccisioni di comandanti di unità.
“Avrete sicuramente sentito parlare di Bucha. Avrete sentito parlare dell’attacco missilistico alla stazione ferroviaria con i rifugiati a Kramatorsk. Vorrei che tutte queste azioni speciali accadessero sul suolo russo ora. Perché voglio che conoscano il sentimento che danno al popolo ucraino”, disse “Shaman” al giornalista Howard Altmann in occasione di quel confronto, aggiungendo che nella sua unità per ogni azione cerca i combattenti più pronti a compiere ogni operazione, senza imposizioni. E richiamando, dalle sue parole, di essere vicino a quel tipo di ultranazionalismo paganeggiante già visto in unità come il battaglione (ora reggimento) Azov prima e dopo l’invasione russa: “Cerchiamo sempre solo volontari. Non incarichi mai le persone di fare qualcosa. Sono volontari e vale la pena andare nel Valhalla se cadono in battaglia”.
Di recente su Twitter è iniziata a circolare una foto raffigurante quella che parrebbe essere la bandiera del battaglione. Campo blu, con una striscia rossa a sormontarla, presenta scudo, spada e frecce in un giallo acceso.
Shaman è dato in sostegno alle manovre ucraine a Est per consolidare i risultati dell’offensiva estiva che le truppe sul campo stanno portando avanti con grande difficoltà contro le forze russe. Di recente sono state rivendicate operazioni contro batterie missilistiche russe e sono riferibili a Shaman, potenzialmente, anche la morte del comandante del 1009° reggimento di fucili motorizzati, il colonnello Vladimir Kuznetsov, ucciso nella regione di Belgorod, l’uccisione tramite posa di una mina di un colonnello dell’Fsb, Andrei Skuratov, morto a luglio vicino la città russa di Bryansk e il sostegno alle incursioni primaverili di Belgorod compiute dalla Legione “Libertà per la Russia” in cui è morto il tenente colonnello Andrey Stesev.
Il battaglione Shaman, secondo quanto ha di recente dichiarato un suo membro, definito “Smart” (intelligente) dai compagni d’arme come nome in codice, avrebbe avuto un ruolo nell’uccisione di una quindicina di alti ufficiali russi e si muoverebbe silenziosamente attraverso le linee del fronte spostando con un elicottero americano Black Hawk i commando deputati alle varie operazioni. Liga.net riferisce che i membri di Shaman “a volte scortano i partigiani russi “filo-ucraini” attraverso il confine” e concordano con loro la rivendicazione di alcune azioni.
La profondità dell’attività rivendicata da Shaman, su cui è bene mantenere una dovuta dose di cautela a causa dell’assenza fisiologica di fonti terze o aperte capaci di confermarle, può al contempo spiegare anche la sequela di episodi apparentemente inspiegabili avvenuti in siti strategici russi da inizio guerra a oggi: tra i reiterati incendi a depositi militari, le esplosioni a ripetizione nelle fabbriche d’armi e l’ingresso di droni capaci di compiere incursioni dall’interno del Paese fino a puntare addirittura il Cremlino di Mosca, l’operato di pochi guerriglieri anti-governativi appare insufficiente per giustificare tutti questi fatti. Un’unità di intelligence militare addestrata da forze Nato in passato, capace di operare con tattiche mordi e fuggi e nel totale riserbo operativo sarebbe invece una candidata ben più consistente per operazioni ad alto rischio di questo tipo. Shaman sarà da tenere d’occhio nella guerra ombra che si combatte alle spalle della prima linea di un conflitto sempre più bloccato sul terreno ma non per questo ancora in grado di riservare sorprese e azioni imprevedibili da entrambe le parti.
Di Andrea Muratore. (Inside Over)