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Africa: visita della Marina Militare cinese in Nigeria

(Roma, 07.07.2023). La Marina Militare cinese visita la Nigeria. Tre navi dell’Escort Task Group (ETG) 162 arrivano a Lagos e la MSL NANNING attracca. L’attività fa parte del piano di Beijing per aprire un porto militare in Guinea Equatoriale

In Nigeria si è appena conclusa una visita molto particolare: quella di tre navi della Marina Militare cinese. La MSL NANNING, la MSL SANYA e la nave rifornimento WEISHANHU, che compongono il Chinese Navy Escort Task Group (ETG) 162. La prima, inoltre, ha attraccato al porto di Lagos, mentre le altre due sono rimaste all’ancora. L’ambasciatore di Beijing nel Paese africano, Chi Jian Chun, ha affermato che la visita ha come obiettivo quello di sviluppare le relazioni bilaterali e di migliorare la sicurezza marittima nell’Africa Occidentale. In realtà, la Cina da tempo sta puntando ad aprire nel quadrante una maxi base navale e la Nazione prescelta sembra (ma non ci sono conferme ufficiali) sia la Guinea Equatoriale, presumibilmente a Bata. La struttura dovrebbe essere “qualcosa di più di un posto dove fare scalo e ottenere gas e generi alimentari: un porto dove potere rifornirsi di munizioni e riparare navi militari”, aveva denunciato già ad aprile del 2021 il generale Stephen J. Townsend, a capo di AFRICOM, il comando militare USA per le operazioni in Africa, in un’audizione alla commissione Forze Armate del Senato.

Il generale Stephen J. Townsend, a capo di AFRICOM, aveva lanciato l’allarme sulle mire cinesi già nel 2021

Di conseguenza, la visita della Marina Militare cinese in Nigeria appena conclusa, va letta in quest’ottica. Non a caso, infatti, Townsend aveva aggiunto che i cinesi “stanno lavorando in modo aggressivo per ottenerlo”. Per espandere la loro presenza nella regione africana hanno avviato da tempo una politica di aiuti e investimenti in tutto il continente. Basta pensare che la nazione asiatica negli ultimi dieci anni ha destinato 60 miliardi di dollari in infrastrutture e sviluppo in Africa, aprendo parallelamente un numero impressionante di ambasciate. Queste, infatti, sono arrivate complessivamente a 52, tre in più rispetto agli Stati Uniti. Inoltre, è cresciuta in maniera sensibile la vendita di armi ai governi locali, trainata da condizioni molto vantaggiose e nessun vincolo. In questo contesto, Beijing nel 2016 ha donato alla Nazione africana un pattugliatore, formalmente per fornire assistenza ad Abuja negli sforzi per incrementare la sicurezza nel Golfo di Guinea.

Di Francesco Bussoletti. (Difesa & Sicurezza)

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