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Siria: lo Stato Islamico rialza la testa approfittando dei problemi della Russia

(Roma, 03.07.2023). Lo Stato Islamico rialza la testa approfittando dei problemi della Russia. Escalation di attacchi dei jihadisti pro-ISIS da Deir Ezzor ad Aleppo, passando per Latakia

Lo Stato Islamico sta cercando di rialzare la testa in Siria, approfittando dei problemi che la Russia sta vivendo a causa della guerra in Ucraina e del gruppo Wagner.  I jihadisti pro-ISIS hanno incrementato gli attacchi in diverse aree controllate dall’esercito di Damasco (SAA), supportato partner russi e dai contractor. Da Deir Ezzor ad Aleppo, passando per Latakia, la tattica è sempre la stessa: raid mordi-e-fuggi contro piccole basi o convogli isolati. Gli obiettivi sono di due tipi: opportunistico e propagandistico. Sul primo fronte si cerca di reperire risorse, fondamentali per la sopravvivenza e l’operatività. Sul secondo, si vuole mostrare all’interno e all’esterno di essere forti. Non è un caso, infatti, che l’escalation di attacchi sia cominciata quando sono diminuiti gli strike dei caccia di Mosca nel deserto del Paese mediorientale, nonostante il quadrante sia noto per essere il principale “safe heaven” dei miliziani nella Nazione.

I miliziani sfruttano la crisi di Mosca per la guerra in Ucraina e per l’“ammutinamento” della Wagner

La riduzione delle attività russe in Siria è da imputare a due fattori: da una parte il conflitto in Ucraina sta drenando sempre più forze e risorse (che aumenteranno ulteriormente dopo lo stop delle operazioni della Wagner), ma che non vengono rimpiazzate tempestivamente. Dall’altra, buona parte delle attività nella Nazione è gestita dai contractors che, dopo l’“ammutinamento” di Prigozhin e la marcia su Mosca, sono finiti nell’occhio del ciclone. Mosca non può rimuoverli dalle loro postazioni all’estero, in quanto perderebbe l’accesso a tutte le risorse minerarie ed energetiche acquisite negli anni e che oggi più che mai risultano fondamentali. Di conseguenza, vuole lasciarli al loro posto, però, togliendo loro l’autonomia e l’indipendenza. Il processo sta già generando pesanti malumori tra i contractors, che sembra abbiano rallentato le attività e non si escludono possibili “ribellioni” interne contro comandanti imposti dalla Russia, ma non graditi.

Di Francesco Bussoletti. (Difesa & Sicurezza)

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