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Simulato l’articolo 5 della NATO: come sta andando la maxi esercitazione Air Defender-23

(Roma, 16.06.2023). Air Defender 2023, la più grande esercitazione aerea da quando è stata fondata la Nato, è ufficialmente cominciata martedì 12 giugno in Germania. Le manovre, come vi abbiamo già raccontato, vedono la partecipazione di 25 differenti Paesi dell’Alleanza Atlantica e partner con la presenza di circa 10mila effettivi e 250 velivoli (di cui un centinaio appartenenti alla U.S. Air National Guard) di 23 tipi diversi.

L’esercitazione, che terminerà il prossimo 23 giugno, simula l’attivazione dell’articolo 5 del trattato dell’Alleanza ma per la natura stessa delle manovre, che vedono uno scenario in cui un Paese ostile invade un Paese amico, le forze aeree vengono suddivise in attaccanti e difendenti, pertanto sono previste più di 200 missioni individuali e tre operazioni aeree combinate al giorno. Queste operazioni aeree composite (Comao) sono condotte da una combinazione di diversi tipi di aeromobili con capacità differenti, come aerei da ricognizione, cacciabombardieri, bombardieri e aerocisterne.

 

Le forze attaccanti, quindi, sono dotate di elementi aggiuntivi per la protezione, nella fattispecie aerei da caccia specializzati negli scontri aria-aria. Inoltre è previsto che negli scenari di attacco/difesa si faccia largo uso dei mezzi per la guerra elettronica e per la ricognizione, per aumentare il livello di verosimiglianza. Il fattore decisivo, tuttavia, rimane l’interazione coordinata di diversi velivoli. Un coordinamento che è estremamente impegnativo, come dimostrano i numeri di velivoli impiegati nelle manovre: a seconda dello scenario, tra i 23 e gli 80 aerei fanno parte di un singolo Comao.

Essendo uno scenario in cui è prevista una forza attaccante, attenzione sarà data anche alle operazioni di soppressione/distruzione delle difese aeree avversarie (in gergo Sead/Dead). Quindi si simuleranno operazioni di combattimento aereo con e senza il supporto dei centri di controllo radar prevedendo scenari “oltre il raggio visivo” (beyond visual range o Bvr) ma anche combattimenti aerei ravvicinati.

Nell’esercitazione è coinvolta anche la Multinational Aircrew Electronic Warfare Tactics Facility, nota anche come Polygone. Questa struttura trinazionale si trova in Francia e in Germania ed è comunemente gestita dall’aeronautica tedesca, dall’Armée de l’Air francese e dall’aeronautica degli Stati Uniti. Essa addestra gli equipaggi all’uso delle loro attrezzature per la guerra elettronica, in particolare per situazioni di minaccia causate da missili terra-aria.

I velivoli che parteciperanno ad Air Defender 23 includono un’ampia gamma di tipi statunitensi, inclusi F-35A, F-15C e F-16; il celeberrimo A-10C cacciacarri, le aerocisterne KC-135 e KC-46A per le operazioni di rifornimento; e gli aerei da trasporto C-17A e C-130J, almeno un drone MQ-9 Reaper, caccia F/A-18 della Marina degli Stati Uniti, Eurofighter “Typhoon” e Tornado tedeschi, F-16C turchi, greci e polacchi, Gripen ungheresi, F/A-18 finlandesi, ancora “Typhoon” spagnoli, Awacs E-3 della Nato (basati a Geilenkirchen), e a quanto pare hanno fatto la loro comparsa anche un paio di bombardieri strategici B-1B “Lancer” che il 13 giugno sono atterrati alla base aerea rumena di Mihail Kogalniceanu, vicino a Constanza, per effettuare un rifornimento “hot pit” che consente agli aerei di atterrare e fare il pieno di carburante senza spegnere i motori, quindi con tempi di ripartenza più rapidi.

Sebbene Air Defender 23 non miri a provare ufficialmente scenari che coinvolgono avversari specifici, la pianificazione iniziale è stata apparentemente influenzata dall’annessione della Crimea da parte della Russia nel 2014.

Parlando dell’idea per l’esercitazione, il generale tedesco Ingo Gerhartz (che ha anche inizialmente proposto l’esercitazione) indica che “il fattore scatenante per me… è stata la cattura, l’annessione della Crimea” come riporta il New York Times. Inoltre, parlando ai giornalisti la scorsa settimana in merito alle manovre, Amy Gutmann, l’ambasciatore degli Stati Uniti in Germania, ha dichiarato: “Sarei piuttosto sorpreso se un leader mondiale non prendesse nota di ciò che questo dimostra, in termini di spirito di questa alleanza, il che significa la forza di questa alleanza…. Questo include il signor Putin”. Altre figure all’interno dell’esercito tedesco hanno assunto una posizione diversa, come riporta The Drive, forse nel tentativo di evitare di provocare ulteriori tensioni con la Russia. Come indicato dal generale Günter Katz, comandante generale dell’aeronautica militare della Bundeswehr, “la decisione (di iniziare a pianificare Air defender 23 n.d.r.) è stata presa nel 2018 e in realtà non ha nulla a che fare con la guerra Russia-Ucraina”.

Più in generale, la Nato ha intensificato il suo schieramento di forze dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina nel febbraio 2022 e ha intrapreso una campagna di dispiegamento sul Fronte Orientale dall’invasione della Crimea nel 2014.

A tal proposito, oltre al coinvolgimento della Romania con missioni saltuarie, anche la Lituania sta vedendo lo schieramento temporaneo di velivoli della Nato. Presso la base aerea di Siauliai sono stati rischierati 14 velivoli a dimostrazione della capacità di dispiegamento rapido in difesa dei membri dell’Alleanza, mandando così un segnale inequivocabile a Mosca. I velivoli in questione, come riporta Rid, sono due Tornado ECR e 2 Typhoon tedeschi, quattro F-15C, due F-16CG e due C-130 dell’U.S. Air Force infine due F-16C polacchi.

Di Paolo Mauri. (Il Giornale/Inside Over)

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