(Roma, 12.06.2023). “Dobbiamo proteggere le nostre nuove industrie emergenti”, ma negoziare in fretta un accordo di libero scambio con la Cina, dice il ministro degli Investimenti saudita
L’accordo di libero scambio in corso di negoziazione tra la Cina e il Consiglio di Cooperazione del Golfo deve proteggere le industrie emergenti della regione, ha dichiarato il ministro degli Investimenti saudita, aggiungendo di sperare che venga finalizzato al più presto. “Dobbiamo consentire alle nostre industrie di esportare, quindi speriamo che tutti i Paesi che negoziano con noi per accordi di libero scambio sappiano che dobbiamo proteggere le nostre nuove industrie emergenti”, ha detto Khalid al-Falih.
I colloqui per un accordo di libero scambio tra Cina e Gcc sono iniziati nel 2004, ma si sono ripetutamente arenati, l’ultima volta nel 2016 dopo il nono round. Di recente hanno avuto un nuovo impulso grazie al riscaldamento dei legami tra l’Arabia Saudita, sotto la guida del principe ereditario Mohammed bin Salman, e la Cina, con il ministro degli Esteri cinese che all’inizio del 2021 ha chiesto la ripresa dei negoziati.
Riad ha un ruolo predominante nel Consiglio, e sta costruendosi uno standing internazionale partendo dal contesto regionale. Bin Salman sta guidando una nuova fase delle attività saudite e sta cercando di costruire relazioni multipolari, sfruttando le storiche relazioni con gli Stati Uniti e quelle relativamente nuove con la Cina. Alcune indiscrezioni uscite recentemente raccontano per esempio che i sauditi hanno scelto di normalizzare le relazioni con i rivali storici della Repubblica islamica iraniana solo per accontentare Pechino, mediatore in queste dinamiche politiche-diplomatiche.
Parte di questo avvicinamento alla Cina rientra negli obiettivi fissati dalle due maggiori economie del Golfo, l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti, che hanno lanciato nuove strategie industriali per stimolare la crescita economica interna e le esportazioni non petrolifere. Allo stesso tempo, questi Paesi vogliono essere considerati partner alla pari con Pechino, temendo di finirne sfruttati.
“I Paesi del Gcc — in particolare il Regno dell’Arabia Saudita, che è il più grande per economia, popolazione e forza lavoro — hanno bisogno di “lavorare su settori diversi da quello dell’energia”, ha detto Falih a proposito di ciò che gli Stati del Consiglio cercano in qualsiasi accordo. I Paesi del Golfo stanno investendo sempre più energie in accordi commerciali e partnership di investimento, cercando di diversificare le loro economi. Alcuni, come gli Emirati, hanno spinto per creare forme di partnership con Paesi orientali — come l’India e la Cina, appunto — perché individuando nella regione indo-pacifica opportunità per il futuro.
Di Emanuele Rossi. (Formiche)