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Mosca attacca la Corte penale: incriminati due giudici. Nel mirino anche un italiano

(Roma, 21.05.2023). Il Comitato investigativo russo ha annunciato di aver incriminato in contumacia il procuratore della Corte penale internazionale dell’Aia Karim Khan e il giudice italiano della stessa Corte Salvatore Aitala

La Russia ha « risposto » alla Corte penale internazionale (Cpi) dell’Aia incriminando in contumacia il suo procuratore, Karim Khan, e il giudice italiano della stessa Corte, Salvatore Aitala. Entrambi erano tra i giudici che, lo scorso marzo, hanno emesso il mandato di arresto contro il presidente russo Vladimir Putin per crimini di guerra. La Cpi ha definito le misure di Mosca « inaccettabili ».

La mossa di Mosca

Scendendo nei dettagli, e secondo quando dichiarato dall’agenzia russa Tass, il Comitato investigativo russo ha annunciato di aver incriminato in contumacia Khan e Aitala. Per quanto riguarda espressamente il primo, ha parlato dell’avvio di un’indagine per il « perseguimento penale di una persona nota per essere innocente ».

Il Comitato, tra l’altro, aveva già aperto un’indagine sul procuratore e altri tre giudici, ma « finora, le indagini hanno raccolto abbastanza prove per incriminare Karim Khan e Salvatore Aitala ». I due sono ora finiti nella lista dei ricercati del Cremlino.

Ricordiamo che le scintille tra la Cpi è la Russia risalgono a due mesi fa, in concomitanza con l’emissione di un mandato di arresto contro Putin. Il presidente russo sarebbe responsabile del crimine di guerra di « deportazione illegale di popolazione (bambini) e di trasferimento illegale di popolazione (bambini) dalle zone occupate dell’Ucraina alla Russia ».

Insieme a Putin era stato emesso un mandato anche contro Maria Alekseyevna Lvova-Belova, la funzionaria al centro del presunto piano per deportare con la forza migliaia di bambini ucraini in Russia.

La Corte Penale internazionale nel mirino

La Cpi ha definito la mossa russa un tentativo di minare il suo « mandato legale per garantire la responsabilità per i crimini più gravi ». La Russia, che non è un membro della Corte, aveva precedentemente descritto il mandato contro Putin come vuoto e privo di valore.

Khan, un avvocato britannico, ha emesso il suddetto mandato contro il capo del Cremlino, ritenendolo responsabile di crimini di guerra e concentrando le sue affermazioni sulla deportazione illegale di bambini dall’Ucraina in Russia.

La contro mossa di Mosca è arrivata adesso. « Ormai, le indagini hanno raccolto prove sufficienti per accusare in contumacia il procuratore della Corte penale internazionale Khan Karim Assad Ahmad e il giudice della Corte penale internazionale Rosario Salvatore Aitala », si legge nella dichiarazione del Comitato investigativo nazionale.

L’indagine del Cremlino

Tass ha inoltre riferito che il procuratore della Cpi sta affrontando accuse per il perseguimento penale di una persona nota per essere innocente, nonché per la preparazione di un attacco a un rappresentante di uno Stato straniero che gode di protezione internazionale al fine di complicare le relazioni internazionali. La condanna potrebbe portare pene detentive fino a 12 anni. Il comitato ha anche affermato che altri funzionari della Cpi sono oggetto di indagine.

« Le decisioni della Corte penale internazionale non hanno alcun significato per il nostro Paese, nemmeno dal punto di vista legale », aveva affermato la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova, in seguito al mandato contro Putin. Adesso la vicenda si arricchisce di un nuovo capitolo.

Di Federico Giuliani. (Il Giornale)

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