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Turchia: Erdogan trema per le elezioni, Kemal Kilicdaroglu può sconfiggerlo

(Roma, 08.05.2023). Manca una settimana alle elezioni presidenziali e parlamentari in Turchia, Paese colpito da una grave crisi economica oltre che da un terremoto che lo scorso 6 febbraio ha ucciso più di 50mila persone e causato oltre 5,9 milioni di sfollati nelle sue province meridionali come nel nord della Siria. Elezioni che vedranno il presidente Recep Tayyip Erdogan affrontare una sfida senza precedenti, mentre continua a crescere il consenso al suo sfidante numero uno, il leader dell’opposizione Kemal Kilicdaroglu che guida il Partito popolare repubblicano (Chp) e un’alleanza di sei partiti di centro sinistra.

Il 14 maggio i sondaggi prevedono un’affluenza record alle urne, che potrebbero decretare la fine del governo ventennale di Erdogan. A non votare saranno invece le province colpite da terremoto di tre mesi fa, la maggior parte delle quali erano roccaforti di Erdogan e del suo partito Akp. Il presidente del Consiglio elettorale supremo (Ysk) Ahmet Yener ha già fatto sapere che almeno un milione di elettori nelle zone colpite dal sisma non potranno votare perché sfollate. Ma se Kilicdaroglu vincesse davvero le elezioni, alcuni analisti ritengono che Erdogan potrebbe non cedergli facilmente il potere.

In Turchia le elezioni si svolgono ogni cinque anni. I candidati presidenziali possono essere nominati da partiti che hanno superato la soglia del 5 per cento degli elettori nelle ultime elezioni parlamentari o da coloro che hanno raccolto almeno 100mila firme a sostegno della loro nomina. Viene eletto presidente il candidato che ha ottenuto più del 50 per cento dei voti al primo turno e se questo non avviene si va al ballottaggio tra i due che hanno ottenuto più preferenze. Le elezioni parlamentari si svolgono contemporaneamente alle presidenziali. La Turchia segue un sistema di rappresentanza proporzionale in parlamento in cui il numero di seggi che un partito ottiene nella legislatura di 600 seggi è direttamente proporzionale ai voti che ottiene.

(Il Tempo)

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