Libia: disordini a Zawiya, la 52esima Brigata di fanteria costretta a ritirarsi dalla città

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(Roma, 28.04.2023). Fonti di “Agenzia Nova” riferiscono che alcuni veicoli del convoglio militare, mentre procedevano a gran velocità, hanno investito dei manifestanti che erano in strada

La 52esima Brigata di fanteria è stata costretta a ritirarsi stanotte dalla città di Zawiya, nella Libia nord-occidentale, per la forte ostilità della popolazione locale. Fonti di “Agenzia Nova” riferiscono che, durante il ripiegamento, alcuni veicoli del convoglio militare, mentre procedevano a gran velocità, hanno investito dei manifestanti che erano in strada, causando un numero imprecisato di feriti. La 52esima Brigata guidata dal comandante Mahmoud Bin Rajab è affiliata al Governo di unità di nazionale (Gun) del premier Abdulhamid Dabaiba. Questo gruppo armato è alleato dell’Agenzia di sostegno alla stabilizzazione, a sua volta guidata da Abd al Ghani al Kikli, meglio noto come Ghaniwa (o Gnewa), uno dei più potenti leader militari del Paese. In precedenza, il comandante della regione militare della costa occidentale in Libia, Salah el Din el Namroush, già ministro della Difesa, aveva ordinato il dispiegamento della 52esima Brigata di fanteria all’interno del comune centrale di Zawiya per sedare i disordini e riportare la sicurezza. “Proteggere i cittadini e le istituzioni statali è un dovere, soprattutto nella fase delicata che la città sta attraversando”, aveva detto Namroush, citato dall’emittente televisiva “Libya al Ahrar”.

La tensione in questa importante città costiera della Libia occidentale, tra i punti principali delle partenze dei migranti e snodo cruciale delle esportazioni di prodotti petroliferi, è degenerata nella disobbedienza civile dopo la diffusione sui social media libici di filmati di torture perpetrate da persone definite come “africani” ai danni di altri individui identificati come “giovani libici”, anche se dalle immagini non sembra possibile alcuna identificazione. La diffusione del video, corredato da commenti in cui si punta il dito contro presunti migranti sub-sahariani assoldati per torturare gli arabi, ha suscitato la rabbia della popolazione di Zawiya, che da mercoledì 26 aprile è scesa in strada per manifestare la propria indignazione. “Non possiamo indossare l’uniforme militare senza far nulla mentre i libici vengono torturati da criminali stranieri”, ha commentato Namroush.

Secondo Jalel Harchaoui, associate fellow presso il Royal United Services Institute ed esperto di questioni libiche, il primo ministro designato dalla Camera dei rappresentanti di Tobruk (Libia orientale), Fathi Bashagha, ha diffuso sulla sua pagina Facebook immagini presentate come episodi di tortura compiuti da parte di africani ai danni di arabi. L’analista non esclude la possibilità che si tratti di fenomeni “orchestrati” per suscitare la rabbia della popolazione, orientandola e strumentalizzandola per fini politici. In particolare, a Zawiya la situazione era già tesa prima della diffusione di questo tipo di immagini, a causa degli scontri tribali e tra milizie rivali che vi hanno avuto luogo. Intanto, è stata chiusa anche la raffineria di Zawiya, circostanza che potrebbe avere gravi ripercussioni sulla produzione di carburante e la fornitura di energia elettrica nel Paese. La raffineria, infatti, priva la Tripolitania di circa 120.000 barili al giorno di carburante. E, come se non bastasse, anche le importazioni di carburante dall’estero sono ostacolate. Fatto, quest’ultimo, che rischia di privare le centrali elettriche del combustile necessario e che potrebbe degenerare in diffusi blackout.

(Nova News)