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Sudan: Antonio Tajani, «entro nottata tutti italiani al sicuro». Attaccato convoglio francese

(Roma, 23.04.2023). Nonostante una tregua concordata tra le parti, proseguono i combattimenti fra esercito e paramilitari. Scambio di accuse dopo un attacco a un convoglio di cittadini francesi. Come altri Paesi occidentali, l’Italia sta organizzando l’evacuazione dei nostri connazionali. Evacuate le ambasciate Usa e Uk. Appello del Papa per la pace

In Sudan, nonostante una tregua concordata tra le parti, proseguono i combattimenti fra esercito e paramilitari e la situazione nella capitale è ancora troppo pericolosa. Come altri Paesi occidentali, l’Italia sta organizzando l’evacuazione dei nostri connazionali: entro la nottata, ha detto il ministro degli Esteri Tajani, tutti dovrebbero essere al sicuro. « Ci sono 140 cittadini italiani che devono essere evacuati, il punto di incontro è l’ambasciata che è pienamente operativa e poi ci sono i militari che saranno coinvolti nelle operazioni di salvataggio. Noi contribuiremo anche all’evacuazione degli svizzeri e della nunziatura apostolica e di una ventina di cittadini europei. Circa 200 civili dovranno essere evacuati dai nostri militari », ha detto il capo della Farnesina a ‘Mezz’ora in più’ su Rai 3. Tajani ha poi aggiunto di aver parlato con entrambi i leader delle parti in guerra, ricevendo garanzie di sicurezza per gli italiani durante l’evacuazione: « Entrambi si sono detti favorevoli a far passare il convoglio degli italiani per lasciare il Paese ». Intanto, nella notte gli Stati Uniti hanno raggiunto un accordo con il gruppo paramilitare delle forze di supporto rapido (Rsf) e hanno già evacuato il personale dell’ambasciata a Khartoum. Lo stesso ha fatto il Regno Unito. Anche il Belgio, i Paesi Bassi e la Francia hanno fatto sapere di aver dato il via alle operazioni di evacuazione. L’esercito sudanese e Rsf si sono poi accusati a vicenda di aver attaccato un convoglio di cittadini francesi, affermando entrambi che un francese è rimasto ferito: il ministero degli Esteri francese non ha commentato. “Rinnovo il mio appello affinché cessi al più presto la violenza e sia ripresa la strada del dialogo”, ha detto il Papa.

Tajani: “Il governo sta facendo tutto quello che serve”

« Il governo sta facendo tutto quello che serve » per garantire la sicurezza degli italiani che si trovano in Sudan, ha assicurato ieri sera a Sky TG24 il ministro degli Esteri Antonio Tajani. « Siamo in contatto con le due fazioni, per sostenere la tregua e per spingere in favore di un cessate il fuoco duraturo. A Gibuti ci sono già gli aerei da trasporto della 46.ma aerobrigata. È stato fatto tutto quel che bisognava fare. Il governo segue minuto per minuto la situazione. Dobbiamo vedere come si evolve », ha aggiunto. Si lavora, quindi, a una replica dell’operazione Afghanistan: stavolta, però, è dedicata solo ai cittadini italiani. Nelle scorse ore a Palazzo Chigi si è svolta una riunione per predisporre il piano d’emergenza, con Tajani, la premier Giorgia Meloni, il sottosegretario Alfredo Mantovano, il capo di Stato Maggiore della Difesa Giuseppe Cavo Dragone, il generale Francesco Paolo Figliuolo, responsabile del Comando operativo interforze, e i responsabili dell’Unità di crisi della Farnesina e dei servizi. Intanto, è finito l’incubo per 19 turisti italiani sorpresi dalla guerra mentre erano in crociera nelle acque di Port Sudan: come ha annunciato Tajani, sono potuti sbarcare a Hurghada in Egitto.

Evacuata l’ambasciata USA a Khartoum

Tra le ambasciate di Khartoum che sono già state evacuate c’è quella americana. Nella notte i paramilitari delle Forze di supporto rapido (Rsf) hanno annunciato di essersi « coordinati » con gli Stati Uniti per l’evacuazione dei « diplomatici e delle loro famiglie ». In mattinata gli Usa hanno fatto sapere di aver completato le operazioni con aerei militari e che l’ambasciata americana in Sudan è, almeno temporaneamente, chiusa. Diversi Paesi stranieri, tra cui appunto l’Italia, stanno preparando l’evacuazione di migliaia di loro concittadini, anche se il principale aeroporto del Sudan rimane chiuso. L’Rsf ha promesso « piena cooperazione con tutte le missioni diplomatiche, fornendo tutti i mezzi di protezione necessari e garantendo il loro ritorno sicuro nei loro Paesi ».

Colpito un convoglio francese, un ferito

Anche la Francia, ha fatto sapere il governo di Parigi in mattinata, ha iniziato una « operazione di evacuazione rapida » dei suoi cittadini e del personale diplomatico. Anche i cittadini europei e quelli di « Paesi partner alleati » sono stati presi in carico, ha aggiunto il ministero degli Esteri francese, senza fornire altri dettagli. Più tardi si è diffusa la notizia che un convoglio francese è stato attaccato e che c’è un ferito. Parigi non ha commentato e tre le parti in conflitto in Sudan c’è stato uno scambio di accuse. Stamattina i paramilitari sudanesi delle « Forze di supporto rapido sono state attaccate da aerei durante l’evacuazione di cittadini francesi dall’ambasciata del loro Paese, passando per Bahri verso Omdurman », in un’azione che, oltre a bloccare il trasferimento, « ha messo in pericolo la vita di cittadini francesi, uno dei quali è stato ferito », hanno detto le Rsf su Facebook. Versione che l’esercito ha smentito.

La situazione in Sudan

Intanto, in Sudan internet ha smesso di funzionare in quasi tutto il Paese. I combattimenti tra il gruppo paramilitare e l’esercito sono entrati nella seconda settimana dopo una breve pausa: sono centinaia i morti e migliaia i feriti, mentre i sopravvissuti devono far fronte alla carenza di elettricità e cibo. I combattimenti, dopo una tregua temporanea, sono ripresi anche nella capitale Khartoum. In particolare, a scontrarsi per il controllo del Paese – instabile dal 2019 – sono l’esercito sudanese guidato dal generale Abdel Fattah al-Burhan e i paramilitari Rfs di Mohamed Hamdan Dagalo. La tregua di tre giorni concordata venerdì su pressione Usa per la fine del Ramadan ha retto solo durante una notte. « Le forze golpiste, sostenute da gruppi estremisti, hanno violato la tregua e hanno attaccato le Forze di supporto rapido nella zona di Kafouri con attacchi aerei. L’attacco ha preso di mira le case di cittadini innocenti, provocando decine di morti e feriti », hanno scritto i paramilitari su Facebook.

Ong: « Aumenteranno partenze profughi »

La crisi che sta colpendo il Sudan, sottolineano le ong Mediterranea e Sos Mediterranée, farà aumentare le partenze di profughi. « Quello che sta accadendo aggrava una situazione di grande sofferenza per la popolazione civile e chiaramente spingerà le persone a spostarsi dal Paese », spiegano da Mediterranea, puntando il dito contro “il fallimento della politica dell’appoggio italiano, avvenuto con il precedente governo, delle milizie paramilitari del generale Mohamed Hamdan Dagalo, così come accade in Libia al solo scopo di fermare le partenze delle persone. La politica di esternalizzazione delle frontiere non ha funzionato in Libia, non funzionerà in Tunisia e non funzionerà in Sudan”. « A prescindere da dove vengono i profughi siamo pronti a salvarli », dicono da Sos Mediterranée. Anche l’Unhcr ha parlato della situazione profughi. « Il Ciad orientale ospita già oltre 400mila rifugiati dal Sudan e i nuovi arrivi stanno mettendo ulteriormente a dura prova i servizi e le risorse pubbliche del Paese, già sollecitate oltre misura », fa sapere l’alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, secondo cui ci sono « milioni di persone in fuga nella regione » del Sudan: sarebbero tra le 10mila e le 20mila persone in fuga dal conflitto nella regione sudanese del Darfur per cercare rifugio nel Ciad.

(Sky Tg24)

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