Tunisia: un calciatore si dà fuoco dopo essere stato accusato di terrorismo

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Un calciatore tunisino, Nizar Issaoui, si è dato fuoco davanti al distretto di polizia di Haffouz, nel governatorato di Kairouan, nella Tunisia centrale. Secondo quanto riferito dal quotidiano “Kapitalis”, l’episodio, verificatosi ieri, ha avuto luogo dopo che Nizar è stato accusato di coinvolgimento in un atto terroristico. In realtà, l’uomo, di 35 anni, aveva sporto denuncia contro un commerciante di frutta che vendeva banane a 10 dinari al chilo, un prezzo pari al doppio rispetto a quello fissato dal ministero del Commercio, e con cui aveva avuto una lite. Il calciatore, noto attaccante delle squadre di Gafsa e dell’Us di Monastir, è stato prima trasportato all’ospedale di Kairouan e, in serata, trasferito al Centro traumi e per gravi ustioni di Ben Arous, nel sud della Tunisia. L’atto è stato documentato dal calciatore stesso, che ha pubblicato un video sulla propria pagina Facebook in cui afferma di essere stato vittima di un’ingiustizia e di essere determinato a darsi fuoco. “Volevo attirare l’attenzione della polizia sulla violazione di un commerciante, che vendeva banane per dieci dinari al chilogrammo. Ma sono stato punito, mi hanno accusato di terrorismo e mi hanno coinvolto in un caso con cui non avevo niente a che fare”, afferma il calciatore nel video, mentre diverse persone, tra cui anche familiari, provano a dissuaderlo.

È opportuno ricordare che il 17 dicembre del 2010 fu un giovane venditore ambulante, Mohamed Bouazizi, a darsi fuoco nel governatorato di Sidi Bouzid, in un gesto interpretato da molti come la scintilla che innescò la rivoluzione tunisina. L’episodio di ieri ha avuto luogo mentre la Tunisia deve far fronte alla peggiore crisi economica e finanziaria post-rivoluzione del 2011. L’economia tunisina è stata infatti gravemente colpita dalla guerra in Ucraina, che ha ampliato il disavanzo delle partite correnti, dal rallentamento indotto dal coronavirus, dall’elevato debito e dal deterioramento delle finanze. Il tasso d’inflazione in Tunisia è salito al 10,4 per cento a febbraio 2023, rispetto al 10,2 per cento nel gennaio 2023, in base agli ultimi dati pubblicati dall’Istituto nazionale di statistica. Parallelamente, a febbraio scorso, il presidente della Repubblica Kais Saied aveva condotto una vasta campagna di arresti di politici, uomini d’affari e giornalisti accusati di aver “cospirato contro la sicurezza dello Stato” dall’interno e dall’esterno del Paese. Oltre a esponenti e leader politici islamisti, aveva colpito l’arresto Noureddine Boutar, direttore generale di « Mosaique Fm”, la radio indipendente più ascoltata del Paese, talvolta critica nei confronti del potere.

(Nova)