Alexander Lukashenko propone una tregua ma il Cremlino lo gela

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(Roma, 31.03.2023). Il presidente bielorusso chiede « una cessazione delle ostilità » in Ucraina e paventa il rischio di « una terza guerra mondiale con risvolti nucleari ». « L’operazione speciale continua », è la replica di Dmitri Peskov, portavoce della presidenza russa

Il Cremlino ha escluso una tregua in Ucraina nonostante l’appello lanciato dal presidente bielorusso Alexander Lukashenko che ha esortato le parti a impegnarsi in un dialogo senza precondizioni per mettere fine al conflitto. « Niente è cambiato nel contesto dell’Ucraina, l’operazione speciale militare continua, dal momento che è l’unico modo per raggiungere gli obiettivi che abbiamo oggi », ha affermato il portavoce Dmitri Peskov.

« Dobbiamo fermarci ora »

« Dobbiamo fermarci ora, prima che inizi l’escalation. Mi prendo il rischio di suggerire una cessazione delle ostilità », aveva detto Lukashenko in un discorso alla nazione, « è possibile – e si deve – risolvere tutte le questioni territoriali, di ricostruzione, di sicurezza e di altro tipo al tavolo dei negoziati senza precondizioni ».

Se la leadership russa dovesse intravedere i rischi di un collasso, utilizzerà le armi più terribili, ha avvertito il presidente bielorusso, sottolineando che l’annunciata controffensiva ucraina renderebbe qualsiasi negoziato impossibile. « Una terza guerra mondiale con risvolti nucleari si profila all’orizzonte », ha aggiunto Lukashenko, « a causa degli « Stati Uniti e dei suoi alleati, in Ucraina è stata scatenata una guerra a tutto campo ».

(AGI)