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Turchia: opposizione sceglie Kemal Kiliçdaroglu candidato unico contro Erdogan

(Roma, 06.03.2023). Toccherà a Kemal Kiliçdaroglu, leader del partito di centrosinistra nazionalista Chp, principale formazione dell’opposizione turca, sfidare Recep Tayyip Erdogan alle elezioni presidenziali del 14 maggio.

Dopo mesi di trattative per formare un’alleanza contro il presidente da vent’anni al potere – che dovrà scontare anche i ritardi nei soccorsi dopo il terremoto del 6 febbraio -, i sei partiti di opposizione sono riusciti a indicare un candidato unico: la scelta è ufficialmente caduta sul politico di 74 anni, dall’immagine sobria, giudicato spesso fin troppo moderato rispetto alla figura dell’uomo forte cui al contrario vuole rifarsi il « sultano », e per questo scartato per anni dalla sfida.

« Kemal Kiliçdaroglu è il nostro candidato alle presidenziali », ha annunciato Temel Karamollaoglu, leader del Partito della Felicità, alla folla riunita davanti alla sede del suo partito ad Ankara dove si erano riuniti in giornata i leader delle sei formazioni che compongono l' »Alleanza della nazione ». Gli altri cinque schierati al suo fianco, anche Kiliçdaroglu ha preso la parola e promesso di far tornare la Turchia nel perimetro democratico: « ristabiliremo tutti insieme il potere della morale e della giustizia. Noi, come Alleanza della nazione, governeremo la Turchia sulla base della consultazione e del compromesso ». « La legge e la giustizia prevarranno », ha assicurato alla folla.

Da quando ha preso in mano le redini del Chp nel 2010, Kiliçdaroglu, ex alto funzionario della minoranza alevita, ha progressivamente trasformato il Partito repubblicano del popolo (Chp), fondato da Mustafa Kemal Atatürk: ha messo da parte la difesa della laicità e dell’eredità nazionalista per aprire a curdi e conservatori, ha stretto alleanze con partiti di destra e fatto entrare donne velate nel partito, provocando anche malumori all’interno della formazione. Tuttavia, in qualche anno Kiliçdaroglu è riuscito a imporsi nel dibattito pubblico, denunciando la corruzione e « l’incompetenza » al potere e obbligando più volte il governo a fare dietrofront.

Secondo i sondaggi, il voto del 14 maggio si annuncia come uno dei più pericolosi per Erdogan e il suo partito Akp, che nel 2019 perse contro candidati del Chp le città di Istanbul e Ankara. I media turchi sottolineano inoltre che il partito di sinistra filocurdo Hdp potrebbe non avanzare un proprio candidato per favorire l’alleanza anti-Erdogan.

Nonostante il devastante terremoto che ha colpito 81 province del sud della Turchia e causato oltre 46 mila morti, le elezioni sono state confermate, ma gli effetti del sisma comporteranno diversi problemi anche all’organizzazione del voto: oltre 3,3 milioni di persone hanno dovuto abbandonare le aree devastate e spostarsi altrove.

(SWI)

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