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Strasburgo: «dare i jet all’Ucraina». Italiani tutti a favore tranne il leghista Lancini

(Parigi, Roma, 16.02.2023). Approvata dal Parlamento europeo una risoluzione che chiede di inviare armi a Kiev « per tutto il tempo necessario » e di avviare il processo di adesione. Solo in 26 si oppongono, il M5s si astiene

Gli Stati dell’Unione europea devono inviare armi all’Ucraina « per tutto il tempo necessario », e dovrebbero anche prendere « in seria considerazione » la fornitura di aerei da combattimento, elicotteri e adeguati sistemi missilistici. Lo chiede il Parlamento europeo in una risoluzione approvata a grandissima maggioranza dalla Plenaria di Strasburgo: 444 voti favorevoli, 26 contrari e 37 astensioni. Gli eurodeputati italiani si sono espressi tutti in maniera compatta a favore del testo, l’unico a votare contro è stato il leghista Danilo Oscar Lancini mentre si sono astenuti i deputati del Movimento 5 Stelle, e anche l’ex (ora con i Verdi) Piernicola Pedicini.

Il testo non legislativo, approvato in vista dell’anniversario dell’invasione ordinata da Vladimir Putin lo scorso 24 febbraio, invita anche i Paesi membri ad adottare il decimo pacchetto di sanzioni contro la Russia ed i suoi alleati entro la fine di febbraio e ad « ampliarne sostanzialmente la portata ». I deputati chiedono poi che sia completato il quadro giuridico che consente la confisca dei beni russi congelati dall’Ue, sostenendo che questi beni « dovrebbero poi essere utilizzati per ricostruire il Paese e per risarcire le vittime della guerra ». Inoltre la risoluzione sottolinea che, una volta terminata la guerra, Mosca sia costretta a pagare le riparazioni per contribuire in modo sostanziale alla ricostruzione dell’Ucraina. Infine i deputati invitano l’Ucraina, la Commissione e il Consiglio ad adoperarsi per avviare negoziati di adesione al blocco entro quest’anno.

Lancini, l’unico italiano ha esprimersi contro il testo, è eurodeputato dall’aprile del 2018 quando, primo tra i non eletti, subentrò al dimissionario Matteo Salvini che nel frattempo era stato eletto al Senato. Prima della carriera politica in Europa era stato sindaco di Adro, in provincia di Brescia, per due mandati consecutivi dal 2004 al 2014. All’epoca balzò alle cronache nazionali nel 2010, per aver negato la mensa della scuola elementare del paese, l’istituto comprensivo ‘Gianfranco Miglio’, ai bambini i cui genitori non erano in regola con il pagamento della retta. Fece scalpore inoltre la sua decisione si adornare lo stesso plesso scolastico, già intitolato al fondatore e ideologo della Lega Nord, con decine di Soli delle Alpi, simbolo del Carroccio. Dopo la polemica scatenata dal fatto fu l’allora ministro dell’istruzione Maria Stella Gelmini a disporre la loro rimozione.

Redazione Bruxelles. (Europa Today)

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