(Roma, Parigi, 25.01.2023). Le lancette del Doomsday Clock sono state spostate e sono 90 secondi più vicine alla mezzanotte del giorno dell’apocalisse. Per gli scienziati la causa principale è il conflitto in Ucraina e la minaccia di un’escalation nucleare.
Soltanto novanta secondi alla mezzanotte del giorno dell’Apocalisse, che non assisterà alla discesa di quattro cavalieri dai cieli come scrisse l’apostolo Giovanni, ma a un grande bagliore seguito da tanti altri, perché secondo gli scienziati che regolano dal 1947 il Doomsday Clock – l’orologio simbolico che misura l’approssimarsi della fine del mondo – la minaccia maggiore per il nostro pianete è un olocausto nucleare provocata dall’escalation di un conflitto tra super potenze. E a un First strike, seguiterebbero senza dubbio un Second e Third Strike, poi il silenzio. L’Apocalisse.
« Solo novanta secondi”, è questo il laconico annuncio pervenutoci dal Bulletin of the Atomic Scientist per questo 2023. Dove gli esperti, impegnati in questa singolare attività di analisi, non smettono di ricordarci quanto sia sottile la linea che ci porterebbe alla fine del tutto. « Viviamo in un periodo di pericolo senza precedenti, e l’Orologio dell’Apocalisse riflette questa realtà », ha afferma Rachel Bronson, numero uno del team di esperti fondato nel 1947, agli albori della Guerra Fredda che avrebbe posto per sempre il mondo di fronte alla conseguenza di conflitto dalle super potenze che si sarebbero fronteggiante dell’assetto bipolare del mondo appena uscito dal più devastante conflitto mai combattuto dall’uomo.
Conflitto che era terminato, appena due anni prima, con l’impiego delle prime bomba atomiche su Hiroshima e Nagasaki. Oggi come allora il pericolo è lo stesso, ma le armi e gli arsenali sono cento volte più letali e consentirebbero a una singola catena di comando l’inizio dell’Apocalisse. E sebbene 90 secondi non basterebbero, un giorno intero di bombardamenti nucleari sarebbe sufficiente a ripotare il pianeta all’età della pietra.
Dal secondo dopoguerra ad oggi, il Doomsday Clock non ha mai smesso di scandire il tempo che l’umanità ha di fronte a sé per scongiurare una catastrofe nucleare. Secondo gli scienziati, l’allargarsi del Conflitto ucraino e le continue minacce di ricorre agli arsenali nucleari da parte del Cremlino, ha condotto a un tetro avvicinamento delle lancette; ma anche i cambiamenti climatici provocati dal surriscaldamento globale corrodono il nostro tempo, conducendoci con inesorabile lentezza verso un Giorno del giudizio.
Pensato da un equipe che faceva parte del Progetto Manhattan – il programma nucleare statunitense che era « conscio » della variabili che avrebbe imposto alla storia – è stato aggiornato 24 volte dal 1947, quando era impostato su « sette minuti alla mezzanotte » dell’Apocalisse. Nel 2019, secondo gli eredi del vecchio team del Chicago Atomic Scientists, l’umanità aveva appena due minuti per evitare una catastrofe, come nel 1953, quando l’escalation in Corea veniva scongiurata dall’armistizio e dal passaggio di consegne ai vertici dell’Unione Sovietica per la morte di Stalin. Non ci si crederebbe che in un mondo così avanzato ci siamo fatti rubare 30 secondi per evitare la fine del mondo.
Di Davide Bartoccini. (Il Giornale)