Il caso Qatar agita l’Europarlamento. Metsola: «Siamo contro la corruzione»

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(Roma, Parigi, 10 dicembre 2022). Quattro italiani e la vice presidente dell’Europarlamento Eva Kaili fermati a Bruxelles con l’accusa di aver favorito Doha in cambio di denaro. Sequestrati 600 mila euro in contanti. Tra i connazionali coinvolti l’ex eurodeputato di Articolo 1 Antonio Panzeri e Luca Visentini, segretario generale dell’Ituc, organizzazione internazionale dei sindacati.

« Il nostro Parlamento europeo è fermamente contrario alla corruzione. In questa fase, non possiamo commentare alcuna indagine in corso se non per confermare che stiamo cooperando e coopereremo pienamente con tutte le forze dell’ordine e le autorità giudiziarie pertinenti. Faremo tutto il possibile per favorire il corso della giustizia ». Questo il tweet con il quale la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, ha commentato l’inchiesta per corruzione che ha portato all’arresto della vicepresidente dell’Eurocamera, la greca Eva Kaili, e di quattro cittadini italiani, tra cui Antonio Panzeri, ex deputato di Articolo 1, e Luca Visentini, segretario generale dell’Ituc, organizzazione internazionale dei sindacati.

Figurano poi nella lista dei fermati anche un assistente parlamentare che lavorava al servizio di Panzeri (ora nell’ufficio di un altro eurodeputato italiano di S&d) nonché compagno di Kaili. La quarta persona fermata è invece direttore di un’Ong che opera a Bruxelles.

I primi a dare la notizia dell’inchiesta che ha innescato la valanga che rischia di travolgere tutto il gruppo dei Socialisti e democratici sono stati i giornali belgi Le Soir e Knack. L’indagine, ora nelle mani del Gip Michel Claise che presto dovrà decidere se convalidare i fermi, è per un presunto caso di corruzione, organizzazione criminale e riciclaggio di denaro.

Mezzo milione in contanti a casa di Panzeri

« Da diversi mesi gli investigatori della polizia giudiziaria sospettano che uno Stato del Golfo abbia cercato di influenzare le decisioni economiche e politiche del Parlamento europeo », ha confermato la procura federale di Bruxelles senza fornire tuttavia né il nome del Paese né tantomeno le identità delle persone coinvolte. La corruzione sarebbe avvenuta « versando ingenti somme di denaro e offrendo regali importanti a terzi con una posizione politica o strategica importante all’interno del Parlamento europeo », ha spiegato la Procura.

Nell’ambito dell’operazione, condotta dalla Squadra anticorruzione della polizia giudiziaria, sono state perquisite sedici abitazioni (tra cui quella della vice presidente Kaili) e sono stati sequestrati circa 600 mila euro in contanti, di cui 500 mila trovati – sempre secondo i media citati – in casa di Panzeri, oggi presidente dell’associazione Fight Impunity, dedita alla lotta all’impunità per gravi violazioni dei diritti umani o crimini contro l’umanità.

I legami coi Mondiali

Secondo fonti informate, le indagini si focalizzano sul Qatar e in particolare sull’organizzazione dei Mondiali in corso. Nel frattempo si sono innescate le prime reazioni politiche. Il partito socialista greco ha espluso l’eurodeputata Kaili. Il Gruppo S&d al Parlamento europeo ha preso le distanze, richiamando alla « tolleranza zero nei confronti della corruzione » e promesso « la massima collaborazione con le autorita' ».

L’opposizione è già all’attacco: Ppe e Lega chiedono di fare chiarezza; il M5s vuole le dimissioni da vice presidente di Kaili: a questo punto passo scontato.

(AGI)