Aereo «straniero» bombarda una base Wagner in Repubblica Centrafricana: cosa sappiamo finora

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(Roma, 29 novembre 2022). Nel denunciare « un atto ignobile perpetrato da nemici della pace », le autorità centrafricane precisano che questo gesto « non resterà impunito » e riferiscono di aver già disposto l’apertura di un’inchiesta giudiziaria

Il bombardamento di una base militare a Bossangoa, nel nord-ovest della Repubblica Centrafricana, ad opera di un aereo da combattimento proveniente da un non meglio precisato Paese “straniero” ha sollevato diversi interrogativi in merito alla sua provenienza. Secondo quanto denunciato dal governo di Bangui, l’aereo ha dapprima sorvolato la città, quindi ha sganciato esplosivi sulla base delle Forze di difesa e di sicurezza centrafricane (Faca), su quella “dei nostri alleati”, e su una fabbrica di cotone – che dal febbraio del 2021 ospita le forze paramilitari del gruppo russo Wagner – provocando “importanti danni materiali”. Dopo l’operazione, l’aereo si è diretto a nord – verso il Ciad – riattraversando la frontiera. Nel denunciare “un atto ignobile perpetrato da nemici della pace”, le autorità centrafricane precisano che questo gesto “non resterà impunito” e riferiscono di aver già disposto l’apertura di un’inchiesta giudiziaria per accertare le responsabilità dell’accaduto. Tutte le forze armate locali, alleate e la Missione delle Nazioni Unite per la stabilizzazione della Rca (Minusca), conclude il comunicato, sono in allerta “per mettere in condizione di non nuocere le forze nemiche, da ovunque esse provengano”.

A confermare che l’attacco mirasse a colpire basi russe ha contribuito il sindaco di Bossangoa, Pierre Denamguere, che in dichiarazioni rilasciate a “Jeune Afrique” ha precisato che l’attacco è stato effettuato intorno alle 2:50 di notte da “un aereo senza fari e che non siamo riusciti a identificare”, il cui obiettivo “era il cotonificio che i russi e le forze armate usano come base”. Diversamente da quanto dichiarato dal governo, secondo il sindaco “non ci sono troppi danni”. Bossangoa si trova a nord di Bangui e a circa 150 chilometri a sud del Ciad. Situato lungo il fiume Bahr Sara, l’impianto di trattamento del cotone bombardato dall’aereo ospita da tempo forze militari: dopo i francesi dell’operazione Sangaris (conclusa nel 2016) è stato il turno dei caschi blu Minusca – che includono 350 dei 2 mila soldati francesi inizialmente stanziati in Rca e poi ritirati – e quindi delle Forze armate centrafricane (Faca) e delle milizie “alleate” del gruppo paramilitare Wagner.

Questi ultimi hanno rafforzato la loro presenza nel Paese in particolare dal febbraio del 2021, quando la città è stata riconquistata dalle mani della Coalizione dei patrioti per il cambiamento (Cpc), formazione di più gruppi ribelli filo-francesi fedeli all’ex presidente Francois Bozizé, che nel dicembre 2020 tentarono di riprendere Bangui e deporre il presidente Faustin-Archange Touadera, alleato di ferro di Vladimir Putin. Secondo fonti di intelligence, i combattenti Wagner avrebbero fatto proprio di Bossangoa una base importante per le regioni settentrionali e occidentali del Paese. È quest’ultimo dettaglio ad aver alimentato considerazioni, oltre che sulla provenienza o fattura dell’aereo, anche sull’obiettivo del bombardamento, nel più ampio contesto della guerra in corso in Ucraina, dove i Wagner sono reclutati in misura importante a sostegno dell’esercito russo. Di certo c’è che l’attacco, per il quale Bangui ha denunciato la violazione dello spazio aereo centrafricano, coinvolge un aereo straniero – quindi “ostile” – per la prima volta dall’inizio della guerra civile, nel 2013.

(Nova News)